Una mappatura del territorio, che individui e racconti zone, colline o meglio singoli vigneti, basandosi su dati analitici relativi ai terreni ed alle uve, in un lasso di tempo relativamente lungo. Di tutto questo si parla quando ci si riferisce alla zonazione dei territori vocati all’enologia. Non è ancora un diktat, ma certo la questione della zonazione sta diventando sempre più di attualità nei grandi territori del vino italiano. L’argomento è, per sua natura, vasto e complesso e, nell’affrontarlo, è necessaria una precisazione: la zonazione non è una classificazione ed il suo obiettivo non è la creazione di una piramide qualitativa. E se per territori come Barolo, il lavoro sulla zonazione è iniziato più di un secolo fa, per territori come Montalcino, la strada non è ancora iniziata e, forse, non inizierà mai.
A far riflettere sull’argomento, sono spesso critici e giornalisti. Nei giorni scorsi, a portare nuovamente alla ribalta l’argomento della zonazione, sul palco di “Benvenuto Brunello” Monica Larner, responsabile dall’Italia per “The Wine Advocate”, la rivista più autorevole ed influente del mondo del vino ha spiegato: “il Brunello di Montalcino non è un vino semplice, va spiegato, va raccontato agli appassionati. Il futuro di questo vino passa necessariamente dall’educazione alle diversità tra zona e zona che gli appassionati vogliono conoscere, e dalla zonazione che deve essere fatta, per non rimanere indietro rispetto ad altri grandi territori d’Italia e del mondo, accanto al sempre maggiore investimento su “single vineyards” e “cru”, che è solo agli inizi”. A fare eco a Larner, il sommelier Charlie Arturaola, che ha aggiunto: “è proprio così, il futuro sta nello scoprire e nel raccontare le diversità del territorio di Montalcino le diversità sono tante, a seconda dei diversi versanti di Montalcino e non solo, e gli appassionati, soprattutto in America, le vogliono conoscere, ed è bello che ci siano sempre più voci, anche giovani, che lo raccontano”.
Altra firma che conosce profondamente il territorio del Brunello, è quella di Kerin O’Keefe, corrispondente per l’Italia del magazine Usa “Wine Enthusiast”, che nel 2012 divise Montalcino in 5 sottozone di produzione, che corrispondono, semplicemente, ai 5 paesi del Comune: Nord ovest e Torrenieri, Montalcino, Tavernelle e Camigliano, Castelnuovo dell’Abate, Sant’Angelo. Un inizio, così come il gran numero di selezioni da singolo vigneto su cui le aziende stanno puntando ormai da qualche anno, consce del fatto che esistono differenze enormi da collina a collina (un esempio calzante è quello della collina di Montosoli), e quasi da filare a filare, ma per farle emergere e raccontarle c’è bisogno di un grande sforzo d’insieme.
Ma, se sono in molti, nel territorio del Brunello, a credere in questa strada ancora tutta da percorrere, altri pongono dubbi e resistenze. C’è chi crede che, per crescere, Montalcino ed il suo Brunello, debbano puntare sulle differenze che il vasto territorio propone, sfruttando le condizioni pedoclimatiche e fornendo ai consumatori una più semplice individuazione delle caratteristiche che il Brunello acquisisce a seconda delle peculiarità morfologiche e climatiche che contraddistinguono i diversi versanti della collina di Montalcino, un territorio vario che può trovare l’unione attraverso le sue differenze.
Tra coloro che non vedono di buon occhio la zonazione le perplessità nascono dal fatto che Montalcino sia già “dotato”di sottozone implicite che sono rappresentate dai quattro versanti della collina, ma che questi, non avendo una denotazione storica ben precisa, porterebbero ad una forzatura. Altro rischio è quello di andarsi ad “accavallare”alla tendenza, che c’è oggi tra i produttori di Brunello, di puntare su cru aziendali: potrebbe crearsi confusione, tra i consumatori, se, in etichetta, oltre al nome della cantina, quello della denominazione e l’eventuale nome della “selezione”si dovesse trovare anche quello della sottozona.
Un capitolo, quello della zonazione a Montalcino, di cui si parla da molto ma che resta ancora tutto da scrivere.
dati a cura di 3BMeteo
14 dicembre 2024 19:30