Era il 2007 quando, nei giorni di “Benvenuto Brunello”, veniva riportato alla luce, lo scheletro della balenottera “Brunella”. E proprio in concomitanza con la kermesse del 2017 e gli eventi che ne seguono, grazie, soprattutto, alla collaborazione tra la Sovrintendenza Archeologica delle Belle Arti e Paesaggio di Arezzo, Grosseto e Siena, alcune Università del territorio Toscano, l’Istituto di Studi Archeoantropologici e l’Azienda Banfi, si è concretizzato finalmente, dieci anni dopo la scoperta, un progetto per il completo recupero e la valorizzazione dei resti di “Brunella”, la balenottera fossile scoperta nel territorio di Montalcino, e considerata dagli esperti come uno degli esemplari meglio conservati nel Mediterraneo. “Brunella”, la cui età, per ora, è stimata a 4-5 milioni di anni fa, é una straordinaria occasione per raccontare la storia di un territorio altrettanto straordinario, e che deve la sua configurazione attuale, al fatto di essere stato, un tempo, un fondale marino. Ai microfoni della MontalcinoNews hanno spiegato come il progetto di “Brunella” possa veicolare il messaggio e, proprio, la valorizzazione di un territorio. “Brunella” ed il Brunello sono il veicolo per comunicare la particolare storia che sta rendendo grande tutto il territorio di Montalcino. La stessa “Brunella”, ha dei diversi livelli di importanza, come ci dice Massimo Tarantini della Sovrintendenza dei Beni Archeologici, in quanto a livello scientifico, ci racconta di come sia stato possibile il ripopolamento delle acque del Mediterraneo. Ma allo stesso tempo, ha una notevole importanza, dal punto di vista territoriale, poiché riesce a raccontarci, come si è formato e sviluppato il terreno, e conseguentemente, il fondale marino. Ed infine, “Brunella” ha reso possibile le collaborazione tra pubblico, privato e le varie associazioni, di professionisti e non. Nello specifico, però, “Brunella” è un esemplare unico, afferma il paleontologo Michelangelo Bisconti, poiché è giunta a noi con lo scheletro quasi completamente conservato. Il cranio, la mandibola, di circa 1,5 metri, insieme al parte caudale della colonna vertebrale, ci fanno presupporre una lunghezza complessiva di 7 metri circa, con un peso stimato sulle 11 tonnellate. I dati finora analizzati, permettono di poter comprendere i processi di conservazione di “Brunella” e tutto ciò che è avvenuto dopo la sua morte, ma, anche, capire come fosse la vita circa 5 milioni di anni fa. Fino ad ora, i dati raccolti hanno portato a scoprire che “Brunella”, sicuramente, potrebbe essere un nuovo esemplare di cetaceo, che, come già detto, ci potrà far comprendere come sia stata possibile l’evoluzione di questi immensi mammiferi.
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