“Donne vino e motori”. Il titolo di questa festa anche se d’ispirazione e promozione tutta al femminile, si rifà ad un detto, specie nella seconda parte, prettamente maschile nella quale si nasconde, non troppo velatamente, anche una buona dose di maschilismo.
Ma è proprio per sconfiggere i luoghi comuni che “Le Donne del Vino”, hanno scelto un tema forte per la prima festa nazionale dell’associazione che riunisce produttrici, enotecare, giornaliste, comunicatrici del vino per promuovere la cultura enologica, di scena sabato 4 marzo, con più di 70 eventi in 12 regioni d’Italia: decine le cantine, i ristoranti, le enoteche e i musei dove Le Donne del Vino sono protagoniste e aspettano i wine lovers, ma soprattutto le wine lovers, per brindare con loro (www.festadonnedelvino.it).
“Una festa per mostrare in modo alternativo il lato femminile del vino italiano” ha spiegato la presidente Donatella Cinelli Colombini, riunito nell’associazione nazionale “Le Donne del Vino”, che ne coordina la comunicazione. Le nuove protagoniste di un settore produttivo tradizionalmente maschile, sono preparate, inclini all’internazionalizzazione e attente all’ambiente e alla qualità. E vogliono farsi conoscere con questa festa della donna anticipato, mettendo in rilievo il proprio talento e diffondendo la cultura del vino e il consumo responsabile.
Ma il vino al femminile quanto si discosta da quello maschile? E’ la presidente dell’associazione, Donatella Cinelli Colombini, che offre la risposta proponendo quelle ricevute in un sondaggio condotto fra le signore del mondo enologico: “Conferme e sorprese anche sulle donne consumatrici di vino prese in esame attraverso le interviste di ristoranti, enotecarie e sommelier. Tutte valutano le wine lovers donne in crescita quantitativa e qualitativa anche per l’abbandono di luoghi comuni che vedevano sconveniente il calice di vino in mano femminile in pubblico. Al ristorante la donna dice la sua nella scelta del vino solo se è in coppia, mentre quando è in gruppo è ancora l’uomo a decidere. A tavola le scelte femminili si orientano sui bianchi e in seconda battuta sulle bollicine. Per la consumatrice donna conta il gusto personale e il nome del produttore perché nella stragrande maggioranza dei casi sceglie i brand che conosce”.
Da sempre le donne hanno avuto un ruolo di primo piano nell’agricoltura, basti pensare che sono donne il 35% della forza lavoro agricola, il 28% dei titolari delle imprese rurali e circa il 10% nelle posizioni dirigenziali. Sempre più donne al timone delle imprese, dunque, e sempre più donne capaci di scegliere e apprezzare le bottiglie migliori come dimostra la loro presenza nei corsi da sommelier dove hanno superato gli uomini.
dati a cura di 3BMeteo
14 dicembre 2024 19:30