Uno dei temi più dibattuti nel mondo del vino è quello dell’autenticazione varietale, che coinvolge da anni ricercatori, produttori e consumatori. Ospitata da Case Basse di Gianfranco Soldera, si è svolta una giornata di studio dal titolo “Molecular and analytical wine varietal authentication”, che ha consentito di riunire in un unico tavolo di lavoro e confronto aperto, il mondo toscano della ricerca universitaria (Rita Vignani di UniSi, Lisa Granchi di UniFi, Claudio D’Onofrio di UniPi), già attivamente impegnato in una collaborazione scientifica nell’ambito del progetto “Winefinger”, finanziato dalla Regione Toscana e coordinato da Siena. Il progetto, incentrato proprio sul territorio di Montalcino, come sistema di studio per la tracciabilità molecolare integrata e possibile modello da esportare ad altre regioni, è focalizzato sulla messa a punto di sistemi molecolari e biochimici per la determinazione analitica dell’uvaggio di vini sperimentali e commerciali, sia monovarietali che blended. del gruppo del Cravit di Conegliano Veneto (Massimo Gardiman, Giacomo Morreale, Daniele Migliaro) sul tema della messa a punto di un pannello di marcatori molecolari, ottimizzato per funzionare nel dna residuo di Vitis vinifera ancora presente nel vino. Di particolare interesse e attualità è stato anche l’intervento del direttore del laboratorio dell’Icgrf con sede a Perugia, Maria Grazia Piangerelli, che, pur evidenziando le numerose attività di controllo ispettivo già messe in opera dell’ente ministeriale e dagli altri enti governativi e forze dell’ordine deputati a tale ruolo, sottolinea la necessità di reperire nuovi strumenti analitici validati, sensibili c affidabili, a supporto della tracciabilità dell’origine del vino per la tutela del consumatore e del prodotto di qualità “Made in Italy”.
dati a cura di 3BMeteo
20 settembre 2024