Il Brunello 2010 ha ottenuto un successo enorme di pubblico e critica ed una recente cena al Lincoln Ristorante di New York ha “radunato” una dozzina delle etichette più conosciute e apprezzate dell’annata degustate da Antonio Galloni, ex “pupillo” di Robert Parker oggi “one man show” e descritte nel suo “Vinous” nato nel 2013.
Una cena tutta a base di piatti della tradizione toscana ha accompagnato una ricca degustazione di etichette di Montalcino.
Un team di sommelier guidato dal direttore Aaron Von ha curato nel dettaglio la degustazione.
“Il Brunello di Montalcino 2010 Costanti è favoloso - spiega Antonio Galloni - la purezza e la traslucenza del Sangiovese passa splendidamente quando il vino si apre. Dal raffinato pedigree e di eccezionale bellezza, l’etichetta Costanti incarna più o meno tutto quello che l’annata 2010 rappresenta. Il Brunello di Montalcino Vecchie Vigne 2010 di Giancarlo Pacenti è un altro vino superbo. I contorni sono più moderni e il frutto si appoggia verso la fine, ma tutti gli elementi sono meravigliosamente in equilibrio. Sorprendentemente aperto ed espressivo per un giovane Brunello, il 2010 è sicuramente un vino da invecchiamento. Lo stile della casa è inconfondibile. La Riserva 2010 di Stella di Campalto è uno dei tanti vini assaggiati durante la cena. La solidità e l’armonia sono incredibilmente invitanti. La decisione di invecchiare un anno in più il proprio Brunello prima della commercializzazione, per Stella di Campalto si è rivelata una scelta saggia, l’annata 2010 di questa etichetta rappresenta una rock-star del Brunello.
Il 2010 Tenuta Nuova di Casanova di Neri si apre con una splendida esplosione di frutti neri, moka, spezie e pelle nuova. La prima impressione è molto positiva, ma poi il vino perde la sua persistenza sulla metà del palato. I tannini mostrano anche un elemento distinto di astringenza e torrefazione, come i chicchi di caffè che sono stati arrostiti. A dire il vero, queste carenze sono appena percettibili, ma sono proprio i dettagli che separano l’eccellente dal veramente grande. Se c’era qualche dubbio, questa degustazione ha reso evidente che Il Poggione fa parte dei grandi del Brunello. Semplicemente meraviglioso. Il Brunello 2010 Biondi Santi è uno dei vini più controversi della notte. Alcuni assaggiatori hanno ammirato l’austerità classica del vino e del potenziale, ma per gli altri il vino è troppo stretto per fornire vero piacere. Non vi è dubbio la Biondi Santi ha bisogno di tempo, ma è a mio avviso impressionante, anche se non è sexy come molti altri vini.
Tutti i vini che hanno accompagnato la terza portata erano stellari. Il Brunello 2010 Ciacci Piccolomini d’Aragona Pianrosso è tutto ciò che dovrebbe essere un Brunello contemporaneo che proviene dalla parte meridionale della città: caldo, aperto, generoso e facile da degustare sul finale.Splendido e strutturato, il Pianrosso, soffre solo il confronto con alcuni vini sul tavolo di degustazione, in qualsiasi altro contesto, sarebbe sicuramente uno dei migliori vini in assaggio.
Il Piaggione 2010 by Salicutti si espande dal bicchiere con aromi squisiti e inimmaginabili. Semplicemente sublime e inquietante nella sua bellezza. Il 2010 Vigne del Versante Amiata di Pian dell’Orino è uno dei più potenti vini della serata. Ricco, denso ed esplosivo, è un vino per chi sa pazientare, da potenziale significativo ed evidente.
Poi c’è il Brunello 2010 Madonna delle Grazie de Il Marroneto, profondo, scuro e salato. Un melange esotico di erbe, fiori secchi e minerali avvolgono l’intenso e potente sentore di frutta. Più il vino si apre e più sentori si sprigionano nel bicchiere. Se c’è una parola che può descrivere questo vino è selvaggio.
Il Salvioni 2010 è pura ricchezza strutturale e raffinatezza. Ricco e potente ma anche incredibilmente invitante, il Brunello di Salvioni è un caso del tutto particolare per la vendemmia 2010. La purezza e la sontuosità del frutto sono affascinanti. Eccellente e di altissimo livello.
Il Brunello di Montalcino 2010 Cerbaiona porta la serata ad un livello estatico. Il vino più atteso mostra perché esso appartiene al pantheon dei vini più epici mai realizzati a Montalcino. Un Brunello senza inizio e senza fine, ogni profumo, ogni sfumatura di sfumatura, ogni texture è semplicemente … perfetta. Il 2010 è stato niente meno di entusiasmante ogni volta che ho avuto la possibilità di assaggiarlo, fin da quando era ancora in botte. Ed è stato altrettanto magnifico in questa serata di degustazione al Lincoln Ristorante”.
dati a cura di 3BMeteo
14 dicembre 2024 19:30