Grazie alla collaborazione tra Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo, Istituto di Studi Archeo-Antropologici (ISA) e Banfi, il 14 novembre avrà inizio il restauro di “Brunella”, la balena fossile pliocenica rinvenuta con lo scheletro completo nel 2007 presso il Castello di Poggio alle Mura, a Montalcino, e databile provvisoriamente a 4-5 milioni di anni fa.
Scavo e restauro saranno attuati attraverso un campo scuola paleobiologico, alla sua prima edizione, rivolto a studenti universitari, ricercatori e studiosi, il quale costituisce un’occasione formativa di alto livello per la conoscenza e l’applicazione diretta delle diverse tecniche di scavo, studio e restauro di reperti paleobiologici.
Il progetto campo scuola paleobiologico ha ottenuto il riconoscimento dell’Associazione Italiana per lo Studio del Quaternario, si avvale del supporto del Comune di Montalcino e del prezioso contributo di studiosi di vare istituzioni (Dipartimento Scienze fisiche della Terra e dell’ambiente dell’Università di Siena, Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa, GAMPS di Scandicci, ISA-Istituto di Studi Archeo-Antropologici, Laboratorio Arti visive della Scuola Normale Superiore di Pisa, Museo di Storia Naturale dell’Università di Firenze, San Diego Natural History Museum, Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo).
Lo scheletro di “Brunella” è stato scoperto da Simone Casati (GAMPS di Scandicci) il 16 febbraio 2007 presso Poggio alle Mura (comune di Montalcino, Siena), nella tenuta dell’azienda Banfi. A seguito del ritrovamento, la Soprintendenza dei Beni Archeologici della Toscana ha autorizzato l’attivazione di uno scavo paleontologico d’urgenza finalizzato alla messa in luce dell’intero scheletro e alla raccolta di evidenze addizionali in grado di consentire una piena ricostruzione del paleoambiente nel quale il cetaceo ha concluso il proprio ciclo vitale. Tutti i reperti sono stati recuperati mediante stacchi, in parte inglobati in camicie di gesso, mentre le porzioni più voluminose sono state racchiuse in casse lignee e gabbie metalliche di tubi Innocenti. Gli stacchi sono stati sollevati per mezzo di gru e depositati in un locale protetto, adiacente al Castello, dove si svolgeranno le attività di laboratorio.
Il Campo Scuola di ArcheoBioSchool costituisce pertanto una ghiotta occasione per un’esperienza formativa di alto livello che va dallo scavo paleontologico in laboratorio ai trattamenti conservativi. Gli allievi, dopo aver ricevuto una sintetica introduzione teorica preliminare sulla natura del reperto e del contesto stratigrafico e ambientale di ritrovamento da parte di docenti specializzati, saranno seguiti da tecnici restauratori con esperienza specifica nel campo paleontologico. Il recupero, avvenuto mediante stacchi dello scheletro ancora in connessione anatomica, permetterà di eseguire un vero e proprio scavo secondo i criteri e i metodi stratigrafici, con la possibilità di documentare le relazioni spaziali tra gli elementi ossei e di questi con la fauna e la flora di contesto, in una condizione particolarmente vantaggiosa quale è quella di operare in laboratorio. Gli allievi avranno inoltre l’opportunità di apprendere ed applicare le più idonee ed avanzate tecniche e metodologie di restauro, in funzione dello stato di conservazione, delle esigenze di studio scientifico e delle finalità e modalità espositive, le cui varie tecniche saranno infine illustrate da ricercatori specializzati nel settore della museologia scientifica.
dati a cura di 3BMeteo
29 novembre 2024 08:00