Tra poco più di una settimana, il 16 ottobre, gli abitanti di Montalcino, insieme a quelli di San Giovanni d’Asso, saranno chiamati alle urne per decidere sulla fusione dei due Comuni. “Siete favorevoli alla proposta di istituire il comune di Montalcino, per fusione dei comuni di San Giovanni d’Asso e Montalcino?” Questo il testo del quesito che sarà sottoposto al vaglio dei cittadini e che, nel caso in cui vincesse il “Sì”, prevede la nascita del nuovo comune il 1° gennaio 2017. E come naturale la cittadinanza si divide tra coloro che sostengono la fusione e quelli che, invece, sono contrari. Se da una parte, infatti, c’è chi sostiene che l’unione con San Giovanni sia solo una situazione di comodo, che porti vantaggi esclusivamente per speculazioni agricole, che non preveda una nessun tipo di facilitazioni e contributi della Comunità Europea, ma che porti anche a costi aggiuntivi dei servizi e che forse, se c’era da fare una fusione, era naturale che avvenisse con gli altri Comuni del Parco della Val d’Orcia, con i quali Montalcino ha sempre avuto legami e interessi culturali, per uno sviluppo omogeneo dal punto di vista territoriale, ambientale e urbanistico che, invece, non ci sono con il Comune di San Giovanni. Dall’altra, si pensa che la fusione sia necessaria per mantenere la dimensione dei servizi, per garantire ai cittadini la possibilità di vivere il territorio, ma che permetta di iniziare anche delle politiche abitative, mantenendo un livello alto di servizi ed evitare e scongiurare ulteriori tagli alle scuole, ai servizi sanitari e al trasporto pubblico locale, anche grazie ai contributi che arriveranno (500.000 euro dalla Regione Toscana e 800.000 dallo Stato per 5 anni, e altri 500.000 euro per i successivi 5 anni) e che saranno svincolati dal patto di stabilità e quindi spendibili.
dati a cura di 3BMeteo
20 settembre 2024