Fonti Castellane, tra storia e restauri

Fonti Castellane Usate dalle donne per lavare i panni, per attingere acqua da bere, per abbeverare cavalli, muli e asini, le fonti fornivano acqua per molte altre attività come fornaci da vasi, oliviere, cererie e conce. Quella Castellana era legata alla manifattura del ferro praticata prevalentemente nella contrada di Santa Margherita. Non lontano da questa fonte era il torrione della Cennerata, dal nome della mistura di cenere e acqua bollita usata per bianchire il ferro e altri metalli. Così oltre alte conce sappiamo che in quest’area era funzionante la cereria.
L’arte del cuoio e della manifattura delle calzature, fiorente a Montalcino da medioevo alla fine dell’età moderna si reggeva sulle conce i cui edifici sono riconoscibili ancor oggi lungo i declivi che dalla città scendono alla Fonte Castellana. Forte la presenza di fonti private che in più casi erano legate alla concia del proprietario per l’alimentazione degli addobbi, le trosce, cioè, dove si tenevano per sei mesi i suoli all’ammaggio con la mortella. Si osserverà come le fonti si addensino per la maggior parte nell’area urbana che degrada verso la Fonte Castellana (Terzo di Sant’Angelo, di Sant’Egidio e di San Salvatore). Vi sono inoltre testimonianze di addobbi fuori dalle mura come il Fosso degli Addobbi a valle della Fontaccia e nella Strada dei Troscioni che scendeva dal bastione della Fortezza fino alla Porta Cerbaia.
Al momento del restauro, la costruzione si presentava completamente invasa da piante infestanti, era interessata da numerosi e gravi fenomeni di distacco della muratura, interrata nella parte superiore e assolutamente inagibile per la pericolosità dovuta alle precarie condizioni statiche e di manutenzione. L’accesso alla fonte, dalla strada, era chiuso e il suo utilizzo si limitava al solo prelievo dell’acqua per innaffiamento degli orti, che veniva effettuato con pompe e tubi posti direttamente all’interno delle vasche. Il consolidamento e il restauro sono stati i temi prioritari dell’intervento. Si è provveduto quindi all’eliminazione delle piante infestanti presenti nelle murature e nelle zone limitrofe la fonte, alla rimozione del terreno depositato sulla copertura, a risanamento della parete di contenimento verso monte e dell’intero coronamento murario. E’ stato poi eseguito il consolidamento delle volte di copertura mediante svuotamento dal materiale di riempimento e getto in calcestruzzo alleggerito armato con rete elettrosaldata e opportune “spillature” di collegamento con le pareti e l’estradosso della volta stessa. Sulla copertura è stata posta in opera la rimpermeabilizzazione mediante guaina elastobituminosa. Si e inoltre provveduto al rafforzamento e al ripristino di tutti restanti paramenti murari. Nel contempo e stato eseguito il restauro e l’integrazione degli elementi architettonici caratterizzanti come i capitelli in onice sbalzato e decorati con motivi in rilievo, le chiavi di volta degli archi realizzate in conci di pietra serena riportanti figura antropomorfa e il ripristino degli archi in mattoni. La stesura del nuovo intonaco nell’intradosso delle volte a botte e nelle pareti interne della fonte. Successivamente alla messa in sicurezza e dei consolidamento si è dato inizio alla realizzazione delle opere occorrenti alla completa fruizione della fonte. Partendo dal ritrovamento del bottino di adduzione dell’acqua è stato attuato il ripristino completo del funzionamento idraulico della fonte attraverso la ripulitura del “gorello in pietra, lo stamponamento dell’apertura di troppo pieno nell’arcata di sinistra, I’impermeabilizzazione delle vasche ed il recupero della loro originaria pavimentazione in cotto. E’ poi stato realizzato l’impianto d illuminazione, con una dotazione minima di sicurezza e fruizione. Con segnapassi per il percorso pedonale ed una illuminazione più intensa per la piena valorizzazione del complesso architettonico. L’accesso pedonale e stata completato realizzando il raccordo con il percorso viario viario esistente mediante due rampe di scale nella parte superiore e un piano inclinato nella parte inferiore. Quest’ultimo ne garantisce la fruibilità anche ai portatori di handicap. La nuova pavimentazione è stata eseguita con “sestini” in cotto. Gli ultimi interventi hanno riguardato il rifacimento del muretto di protezione verso la strada con nuova cimase in mattoni e ringhiera in acciaio al cor-ten, materiale con il quale è stato realizzato anche il cancello d’ingresso al bottino “ritrovato”.

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