Un panorama mozzafiato, la tranquillità della campagna e la compagnia di un buon bicchiere di Brunello. Questi gli ingredienti per scrivere un ottimo romanzo. A crederlo è Luca Bianchini - scrittore di tanti romanzi tra cui “Instant Love”, “Ti seguo ogni notte”, Eros. Lo giuro”, “Siamo solo amici” e “Io che amo solo te” e conduttore radiofonico - che, nell’annunciare la fine del suo nuovo romanzo, ha raccontato che ha scelto proprio la patria del Brunello per concludere la sua ultima fatica e che qui di seguito, la MontalcinoNews ripropone.
“Dire che fai lo scrittore è sempre molto impegnativo, perché non ti senti mai abbastanza adeguato.
La prima volta che ho sentito questa parola riferita a me è stato credo nel 2002, davanti alla redazione di “Chi” (!!!), che all’epoca era al 4 piano del palazzo Mondadori.
La mia editor Joy Terekiev mi presentò a non so chi e disse: “Questo è un nostro nuovo autore”. Non disse “scrittore” ma “autore”, ma per me fu una parola comunque magica, che mi mise un po’ in imbarazzo.
Da allora ho sempre fatto molta fatica a usare questa parola, perché è piena di presunzione e spocchia, e allora cerco circonlocuzioni quando mi chiedono cosa faccio e allora dico: “scrivo cose, vedo gente” come nel film di Nanni Moretti.
Poi arriva un giorno in cui senti che puoi dirlo – ed è un bel giorno – e tutto diventa più facile e più difficile, perché inizi a sentire la responsabilità.
Ma a me la difficoltà non spaventa, anzi mi eccita sempre, perché le cose facili non ti lasciano mai niente.
Con questo non invito la gente a complicarsi la vita, ma a vedere gli ostacoli come uno stimolo.
Perché tutti sappiamo essere campioni, ciascuno a suo modo. Scrivere un romanzo è un esercizio difficile, perché non richiede solo ingegno e talento, ma anche costanza, allenamento, sacrifici, orari e dedizione.
Murakami ha scritto un piccolo libro, molto bello, che s’intitola “L’arte ci correre” (What I talk when I talk about running), in cui racconta le similitudini tra scrittura e corsa.
Per il rush finale del mio nuovo romanzo ho deciso di tornare nella mia Toscana, nelle campagne di Montalcino, rinchiuso a guardare il paesaggio davanti al pc. il paesaggio, dopo una certa età, è fondamentale.
In questi anni di tour, una delle domande più frequenti riguarda “come scrivo”.
La prima condizione è che io abbia dormito. Lo scrittore non può avere sonno come in altri lavori.
La seconda è che non abbia preoccupazioni troppo gravi.
Per me scrivere continua a essere un piacere, per cui se qualcosa mi dà troppi pensieri devo aspettare. La scrittura è bella perché assomiglia un po’ all’agricoltura: ci sono eventi davanti a cui ti devi fermare.
Nel mio caso ci sono poi due condizioni fondamentali: devo essere solo in casa, anche se la casa è enorme, e poi ci deve essere la musica, possibilmente deprimente, da Radiohead a Baglioni, passando per le sonate di Bach e Adriana Calcanhotto.
Durante la scrittura il cibo deve essere particolarmente buono, anche se sano, ma non può mancare una pasta di meliga col caffè o un bicchiere di vino a pranzo e cena.
E anche se scrivo sul pc, devo avere dei quaderni dove scrivo a penna idee e riassunti. Ogni 3-4 capitoli, ricapitolo cosa succede su un piccolo quaderno (tipo: lei va da lui e lo becca con un’altra. Scenata.) altrimenti poi non mi ricordo più la trama.
Quando inizio non so quasi mai la fine, che mi arriva in genere verso la metà. Per capire se una storia funziona, ho un solo metodo: la mia velocità di scrittura. Se ci metto poco a scrivere, il lettore ci metterà poco a leggere”.
dati a cura di 3BMeteo
20 settembre 2024