500.000 euro dalla Regione Toscana e 800.000 dallo Stato per 5 anni, e altri 500.000 euro per i successivi 5 anni, il tutto fuori dal patto di stabilità e quindi spenibile. Queste le “conseguenze” economiche se la fusione tra i Comuni di Montalcino e San Giovanni d’Asso andasse in porto. Per ora le Amministrazioni stanno lavorando per valutare se ci sono i presupposti perché la fusione avvenga. Come dichiarato spesso dal sindaco di Montalcino, Silvio Franceschelli “la decisione ultima spetta ai cittadini, sovrani assoluti del territorio, che, qualora le condizioni lo permettano, saranno chiamati alle urne ad esprimere il loro parere attraverso un referendum. La prossima settimana saranno inviati, alla Regione Toscana, che dovrà varare la legge di fusione, dei quesiti che chiedono avallo su diversi argomenti: nome, gonfalone, statuto, tutela di area di produzione del Brunello, sviluppo sociale, tutela del Comune turistico e via dicendo. Se la Regione Toscana garantirà queste nostre richieste, chiameremo i cittadini ad esprimere il loro parere”. Ma quali sono i tempi per arrivare a formare questo nuovo grande Comune? Se la Regione approva i quesiti, il termine ultimo per il referendum è il 20 giugno, visto l’obbligo per gli amministratori di comunicare alla Regione, entro il 30 giugno, la volontà di fondersi o meno. Da qui la palla passerà al Presidente della Regione che dovrà, prima di agosto, emanare un decreto che avvii le procedure che porteranno alla emanazione della legge di fusione. Da qui, i Consigli Comunali di Montalcino e San Giovanni d’Asso - che sarà qualificato come Municipio - si dovranno dimettere - entro il 31 dicembre - per procedere con l’insediamento, dal 1° gennaio 2017, di un Commissario Prefettizio che avrà il compito di traghettare alle elezioni - che si terranno nei termini di legge tra il 10 aprile e il 10 giugno - il “Comune di Montalcino allargato al territorio di San Giovanni d’Asso”.
dati a cura di 3BMeteo
20 settembre 2024