Stefàno: “Storia e civiltà del Vino” materia scolastica

Mani UvaCome è vero che la matematica e la storia, la grammatica e la geografia, sono materie fondamentali da imparare sui banchi di scuola, è importante che i bambini acquisiscano una conoscenza profonda di ciò che caratterizza il Belpaese, l’anima del Paese in cui vivono e quest’anima, per l’Italia, è formata dalla terra e da uno dei prodotti principe dello Stivale: il vino. Con questo intento il senatore Dario Stefàno, ex coordinatore degli Assessori Regionali all’Agricoltura, quando era assessore in Puglia, e oggi membro, tra le altre, cose della Commissione Agricoltura al Senato della Repubblica, ha presentato ieri a Roma un disegno di legge che vedrebbe divenire insegnamento obbligatorio nelle scuole primarie e secondarie di tutta Italia (almeno un’ora a settimana) la “Storia e civiltà del vino”. Genesi, mitologia storia e metastoria del vino nella cultura euro-mediterranea; geografia italiana dei vitigni autoctoni e alloctoni e dei vini derivati; la coltura della vite, la produzione delle uve ed il processo di produzione del vino; il vino ed i suoi derivati nella storia, nel presente e nel futuro: ecco i punti chiave in cui si dovrebbe articolare questo insegnamento. Un progetto ambizioso, per le tante criticità che la scuola di oggi in Italia presenta (dalla presenza di culture che non contemplano o addirittura vietano il consumo di vino o alcolici, all’opportunità, sottolineata da WineNews, di contestualizzare questo insegnamento in un quadro più ampio di educazione alimentare), ma per i ragazzi di territori come quello di Montalcino, utile per comprendere il luogo dove sono nati ed il lavoro che la terra e la vite offrono.
“Un percorso che parte dalla presentazione di questo ddl a mia firma sul quale ho lavorato molto in questi anni - ha detto Stefàno - e costruito con un lavoro ed un impegno comune al mondo del vino. Io credo sia venuto il tempo che l’Italia recuperi la consapevolezza dei propri elementi di identità, e che ci costruisca la formazione di base delle nuove generazioni. Noi proponiamo l’insegnamento obbligatorio, nelle scuole primarie e secondarie, della storia e della cultura del vino. Non vogliamo insegnare ai ragazzi a bere, ma vogliamo raccontare la storia del nostro Paese attraverso quella dell’uva e del vino, perché non c’è pagina della storia italiana, religiosa, sociale, economica, che non abbia intrecciato questi elementi. E in questo senso non parliamo di formazione tecnica, che in senso enologico va comunque di molto irrobustita nelle scuole tecniche di formazione (agrario, alberghiero ecc), dove oggi è a livelli largamente insufficienti. Noi vogliamo agire sulla culturae di base, raccontare ai ragazzi cosa c’è nella storia del vino del nostro Paese, e investire in discipline intersettoriali, che ci consentano di recuperare anche il rapporto con i territori. Altri Paesi, come la Francia, l’hanno già fatto. Se lo facciamo anche noi, recuperando elementi indentitari e unitari, come il vino, che unisce tutto il Paese, possiamo fare tanto. Il ddl è molto semplice, 6 articoli che sono un’impalcatura fondamentale che rimanda poi a regolamenti successivi per essere attuato. Ma l’idea è di di avviare subito esperienze pilota in alcune Regioni, Puglia in testa, anche per capire le criticità da risolvere. È un impegno di legge, speriamo di farcela”.

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