La Montalcinonews, nel giorno dell’anniversario della sua morte (24 febbraio 2003), ha deciso di ricordare un’icona del cinema italiano e dell’italianità in genere, con un film che lo lega al “re” del Sangiovese e al territorio di Montalcino. “Brunello di Montalcino Riserva Biondi Santi, ne ho sentito parlare ma non l’ho mai bevuto. Roba di 5 o 6.000 lire a bottiglia”. Forse solo pochi cinefili ricordano questa battuta del grande Alberto Sordi, pilastro della storia del cinema italiano e uno dei “mostri sacri” della commedia all’italiana, quando, nella pellicola del 1972 diretta da Ettore Scola, “La più bella serata della mia vita” interpreta i panni dell’industriale romano Alfredo Rossi alle prese con una bottiglia di Brunello di Montalcino. L’uomo, deve trasferire illegalmente in Svizzera cento milioni ma, trovata chiusa la banca e con la sua Maserati in panne, è costretto a chiedere ospitalità in un castello. In qualità di imputato, partecipa ad un gioco-processo a tavola condotto da quattro magistrati in pensione dove, mangiando e bevendo Brunello Biondi Santi, e corteggiando la bella cameriera, Rossi risulta accusato di diversi capi d’imputazione.
Questo film, che non compare mai o quasi in televisione, oltre a rappresentare una curiosa tappa della lunga carriera dell’ “albertone nazionale”, va ancora una volta a mostrare, come il Brunello di Montalcino, che viene collocato in un ambiente pregiato e nobile come quello richiesto dalla trama, è scelto, enfatizzato ed incoronato come simbolo di pregio dell’enologia italiana.
“Costerà anche 200.000 lire, è del 1936. Purtroppo tutte le buone vecchie cose di un tempo svaniscono e io, che non sono un conservatore, rimpiango le migliori, non le peggiori”, questa la frase conclusiva all’esaltazione del Brunello, condotta da parte di uno dei commensali, seduto alla medesima tavola di Sordi.
Guarda la scena tratta dal film “La più bella serata della mia vita” (minuto 08:15)