Questi giorni sono i giorni in cui si ricordano i fatti cruenti che coinvolsero la bassa Toscana nel gennaio 1944 quando perse la vita il certaldese Dino Bellucci, trucidato a Genova con altri partigiani il 14 gennaio, e l’Eccidio di Rigosecco, nel territorio di Montalcino, dove, nello scontro con i fascisti repubblichini furono, uccisi li partigiano certaldese Luigi Marsili (detto Prudore) ed il senese Luciano Panti. Ma come si arrivò alla morte di questi due ragazzi in una fredda giornata di gennaio di 72 anni fa? La battaglia di Rigosecco, avvene il 15 gennaio del 1944, quando una squadra della Divisione “Spartaco Lavagnini”, parte delle “Brigate Garibaldi”, composta da sei giovani renitenti delle zone vicine guidati da Angelo Ceccherini, in marcia verso la zona del Bogatto, a Montalcino, venne avvistata, alla piccola stazione ferroviaria di Salceta, dal casellante Lorenzo Nuti. La “spia” non mancò di informare il comando della 97esima Legione della G.n.r., la Guardia Nazionale Repubblicana, una forza armata istituita in Italia dal governo fascista repubblicano con compiti di polizia interna e militare, i quali, all’alba del 15 gennaio, tesero un’imboscata in località Rigosecco, a Montalcino.
Lo scontro che vi avvenne, fu il primo episodio di lotta partigiana in provincia di Siena e oggi rappresenta simbolicamente il clima in quei tragici giorni del 1944, dove fascisti e partigiani si affrontarono in armi. Quella battaglia dove giovani della stessa età, alcuni dei quali si conoscevano, si trovarono su fronti opposti a un bivio nebbioso ai margini del bosco e diventarono testimoni e protagonisti di una delle pagine più tristi della guerra civile senese.
Questa mattina dlle ore 10.45 si terrà la visita della delegazione del Comune di Certaldo e di altri Comuni senesi, unitamente a delegazioni di partigiani e ragazzi delle scuole, sul luogo dove avvenne l’eccidio di Rigosecco.
dati a cura di 3BMeteo
23 dicembre 2024 17:30