Brunello è sinonimo anche di ricerca e buone pratiche

I filari della Tenuta Paradiso di Frassina, con le casse che trasmettono musica classica per il benessere delle vitiIl Brunello di Montalcino, vino d’eccellenza apprezzato e venduto in ogni angolo del globo, non rappresenta solo lusso e tavole raffinate ma è sinonimo anche di ricerca, buone pratiche e innovazioni in campo tecnico e scientifico. Proprio qui prendono vita studi e ricerche che hanno l’obiettivo di migliorare la viticoltura e mettere in campo innovazioni in grado di dare valore aggiunto alla produzione di Montalcino con uno sguardo sempre più attento alla salvaguardia dell’ambiente e della terra.
Molti i progetti che la Regione Toscana approva o addirittura finanzia sul territorio. Di seguito due degli esempi più recenti di ricerca applicata alla vite e al Brunello di Montalcino.

Focus - Alcuni progetti su Montalcino
Pradiso di Frassina - Valutazione dell’influenza dei suoni sulle popolazioni di cicaline associate alla vite e sulle variazioni di crescita e fisiologiche in piante di Vitis Vinifera

La cantina di Brunello Paradiso di Frassina, dal 2008, ha realizzato i suoi vigneti di Montalcino, un impianto Bose di diffusione sonora attivo 24 ore su 24. Lo studio è stato effettuato in appezzamenti simili per caratteristiche agronomico-colturali, ma caratterizzati da differente gestione sonora. Gli studi sono stati effettuati dal professor Stefano Mancuso del Linv, International Laboratory for Plant Neurobiology di Firenzee hanno monitorato le piante di vite sottoposte a differente stress sonoro sia in laboratorio che in piano campo valutando la crescita fisiologica e non solo rivelando sia una maggiore superficie e spessore delle foglie, un miglior scambio gessoso ed una perfetta maturazione delle uve. I vini, poi, hanno fatto registrare minori residui di rame e una maggiore ricchezza di antociani e composti fenolici. Contemporaneamente, gli studi del professor Lucchi, hanno rilevato che negli appezzamenti in cui veniva diffusa la musica classica vi era una minor presenza, fino a dieci volte inferiore alla norma, di cicaline della vite. La cicalina della flavescenza dorata (Scaphoideus titanus Ball) è un insetto dell’Ordine dei Rincoti Omotteri Auchenorinchi, originario dell’America Settentrionale che vive unicamente a spese della vite. È presente in Europa dall’inizio degli anni sessanta, dove ha colpito la maggior parte delle aree viticole. Quest’insetto causa danni diretti di scarsa entità dovuti all’azione tossica della saliva, esercitata durante la suzione della linfa. Sulle piante attaccate si possono osservare, principalmente sulle nervature e sui germogli, necrosi ed alterazioni cromatiche. Il danno più grave è però di tipo indiretto ed è rappresentato dalla trasmissione del fitoplasma della Flavescenza dorata che si localizza nel floema in seguito alle punture di suzione. Risultati che si sono ripetuti per due anni consecutivi, quelli ottenuti tra le vigne del Paradiso di Frassina, e che hanno permesso un collegamento al fattore sonoro giungendo alla conclusione che tale metodo, potrebbe permettere la quasi totale eliminazione dei trattamenti necessari per eliminare dalle colture questo insetto con conseguente risparmio sia in termini economici che ambientali.

Winefinger - Sistemi innovativi per una tracciabilita’ molecolare integrata del Brunello di Montalcino (contributo regionale di 112.000 euro)
Il progetto prevede la caratterizzazione genetica e biochimica di un territorio e di vino toscano d’eccellenza, quale il Brunello di Montalcino, utilizzando una metodica analitica multidisciplinare (molecolare, biochimica e bioinformatica) che vuole porsi come modello di tracciabilità analitica applicabile anche ad altre regioni caratterizzate dalla produzione di vini monovarietali di qualità.
Nella vite il test di amplificazione di marcatori STRs è in uso da circa un ventennio, a dimostrazione della sua validità scientifica ed applicativa. La possibilità di estrarre DNA da vino è stata documentata da numerose pubblicazioni dell’ultimo decennio. L’acquisizione conoscitiva che consente di “leggere” il DNA di vite ancora presente nei vini e quindi risalire al vitigno d’origine dei vini monovarietali è invece molto più recente e rappresenta una vera e propria frontiera in materia di certificazione analitica del vino (Pereira et. al., 2012; Bigliazzi et al., 2012). Contemporaneamente allo studio sull’identificazione genetica basata sull’utilizzo di STRs e soprattutto grazie al sequenziamento del genoma della vite, sono stati isolati una nuova generazione di marcatori associati a mutazioni a singola base (SNPs), il cui utilizzo per la certificazione dell’uvaggio dei vini è tuttora in corso. Parimenti, la componente fenolica di un vino è riconosciuta come un valido marcatore molecolare ai fini della tracciabilità varietale delle uve impiegate per la produzione di un vino rosso. In particolare, la varietà di uva Sangiovese è caratterizzata da un profilo antocianinico (definito come abbondanza relativa di ciascuna antocianina libera) in cui la malvina è l’antocianina prevalente e gli antociani acilati sono presenti con una percentuale generalmente inferiore all’1-2%.] Il progetto prevede il confronto aperto di tutte le metodiche analitiche disponibili per la certificazione dei parametri qualitativi delle uve e dei vini, con la partecipazione attiva di alcune aziende produttrici di Brunello di Montalcino che hanno messo a disposizione i propri vigneti, le proprie strutture e i relativi prodotti finali. L’attuale stadio di sviluppo della ricerca ha raggiunto i seguenti obiettivi intermedi: individuazione della variabilità genetica nei vigneti produttivi delle 4 aziende partecipanti al progetto (Caprili, Case Basse, Col D’Orcia, Le Potazzine); analisi dei parametri della componente fenolica durante le varie fasi dell’intero processo produttivo del Brunello (Vigneto, uve, mosto, vino); confronto dei traccianti analitici (SSR, SNP, Antocianine) per l’autenticazione varietale in vini sperimentali.
La realizzazione del progetto permette la messa a punto di una metodica analitica multidisciplinare (molecolare, biochimica e bioinformatica) per la tracciabilità, lungo tutta la filiera di produzione, del Brunello di Montalcino. Definizione della componente fenolica e molecolare utili alla tracciabilità del Brunello , monitorati durante le varie fasi dell’intero processo produttivo del vino Brunello di Montalcino, prendendo in esame diverse aziende produttrici rappresentative dell’areale di produzione; caratterizzazione genotipica delle viti della varietà Sangiovese presenti nelle aziende prese in esame; caratterizzazione chimico-fisica delle uve della varietà Sangiovese delle diverse aziende attraverso la determinazione delle maturità tecnologica e fenolica e l’analisi del profilo antocianinico; Wine DNA Profiling (WDP) su vini modello.

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