È la fine di gennaio e, con gli ultimi giorni del mese, arriva il periodo più freddo dell’anno ed i cosiddetti “giorni della merla” (29, 30 e 31 gennaio). Secondo la leggenda, per ripararsi dal gran freddo, una merla, che in origine aveva il piumaggio di un bianco candido, con i suoi pulcini, si rifugiò dentro un comignolo per riscaldarsi. Quando, però, il 1 febbraio, passato il gran freddo, decise di uscire, scoprì di esser tutta nera a causa della fuliggine. Da quel giorno, il piumaggio dei merli, divenne nero per sempre.
Ma se in questi giorni a Montalcino si respira un’aria quasi primaverile assolutamente anomala per il periodo e la stagione - nella campagna della città de Brunello sono già fiorite mimose ed i rami degli alberi da frutto sono già ricoperti di gemme pronte a sbocciare - come viveva la gente a Montalcino nei giorni del “mito” della merla? Se per i contadini, dopo una giornata di lavoro all’aperto che, in questo periodo, prevedeva la potatura di olivi e viti, la sera era possibile rifocillarsi davanti al caminetto e giocare a carte con gli amici e con i figli, per i boscaioli, e le loro famiglie, la vita era davvero dura. Chi lavorava nei boschi, infatti, abbandonava la propria casa in autunno per andare “alla macchia” e vi rimaneva fino a primavera inoltrata. Qui, si tagliava il bosco, si viveva in capanne, si dormiva in brande fatte di legno e ci si riscaldava al debole fuoco di piccole “stufe”.
dati a cura di 3BMeteo
14 dicembre 2024 19:30