Montalcino continua, lentamente ma inesorabilmente, a registrare un perpetuo calo di abitanti residenti nel territorio. Un decremento - quello che ha portato i residenti a scendere dai 5.264 del 2013 ai 5.110 del 2014, fino ai 5.080 di qualche giorno fa - che, anche se piuttosto lieve, sembra essere costante portando il Comune di Montalcino ad avvicinarsi pericolosamente alla soglia di rischio dei 5.000 abitanti, che, per legge, obbliga i comuni che non la superano ad aggregarsi con altri enti. Un campanello d’allarme forte, questo, per un territorio come Montalcino che, nonostante la sua fama e la ricchezza economica che con il Brunello lo caratterizzano, sembra essere povero e carente di attrattiva per chi ci abita e che sceglie di trasferirsi. Probabilmente è arrivato il momento di interrogarsi su quali siano le cause che, negli anni, hanno portato allo spopolamento di questo territorio che, in realtà avrebbe molto da offrire. E La Montalcinonews ha raccolto il parere dei cittadini che hanno fatto emergere un quadro ben preciso di quali siano, per i residenti, i motivi che spingono la gente ad andarsene. La maggior parte delle persone che ha risposto alle nostre domande crede che la responsabilità vada equamente ripartita tra ente pubblico e privati. C’è chi pensa che, negli anni, scelte amministrative del tutto discutibili abbiano portato alla perdita di servizi fondamentali, uno su tutti quello sanitario: Montalcino è passata da avere un ospedale altamente efficiente a poter usufruire soltanto di alcune prestazioni, insufficienti se considerata la distanza con le strutture sanitarie che la circondano. Si parla anche di scarsa attenzione ai giovani: dalle agevolazioni ai servizi a loro diretti con la conseguenza inevitabile di un esodo in territori anche vicini, ma dove comprare o affittare casa costa meno e magari si è più vicini a centri che forniscono una maggiore scelta di servizi. Ma le colpe vanno ricercate anche tra i privati: mancanza di spirito di iniziativa e originalità, porta a Montalcino una scarsa offerta, e tutta monotematica: una enorme quantità di enoteche con la conseguenza di una concorrenza spietata toglie spazio ad altre attività magari fondamentali per chi vive sul territorio. Per quanto riguarda l’indotto del Brunello poi, molte sono le persone che lavorano a Montalcino ma che non vi abitano: spesso le cantine, nella logica del risparmio, preferiscono assumere squadre a scapito di persone che vivono sul territorio, ma c’è anche una carenza di attività, in ambito enologico, che indirettamente potrebbero crescere e proliferare sulla scia della produzione di Brunello.
dati a cura di 3BMeteo
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