“Con la Legge Obiettivo le terre di Siena potranno entrare in una condizione di discontinuità con il passato. L’agricoltura e la caccia sono tra i volani della provincia di Siena di cui andare orgogliosi. Eccellenze che, a causa di approcci radicali e ideologici, oggi vivono una situazione di urgenza e difficoltà. L’iniziativa dell’assessore regionale all’agricoltura Marco Remaschi, con cui c’è piena sintonia, va nella giusta direzione, il piano straordinario sarà davvero efficace se farà riferimento alle squadre cinghialare che sono le uniche in grado di agire con efficacia e tempi celeri per contenere il numero esponenziale di ungulati. Un’azione che in Consiglio regionale mi troverà in appoggio e a sostegno”.
Lo dice Stefano Scaramelli, consigliere regionale Pd, che a Montalcino è intervenuto ieri nell’incontro pubblico, organizzato da Marco Antoni, della segreteria comunale del Pd, a cui hanno partecipato anche l’assessore Remaschi ed il sindaco Silvio Franceschelli.
“La tensione tra mondo dell’agricoltura e della caccia in provincia di Siena è la peggiore in Toscana, - continua Scaramelli - Il tempo degli interventi non può più essere procrastinato. Per una media nazionale di 0,5 ungulati per ettaro, in Toscana se ne contano 20 per ettaro, ovvero, una cifra 40 volte superiore alla media. Ci sono più ungulati che votanti il Pd; occorre dimezzare i primi e raddoppiare gli altri.
In provincia di Siena, oltre al pericolo per l’incolumità delle persone, nelle campagne come nei centri abitati, infatti, il numero enorme di ungulati sta causando anche ingenti danni economici e sociali, il mondo agricolo chiede interventi urgenti e immediati, dobbiamo dare risposte certe. E’ dalle terre di Siena - prosegue il consigliere regionale - che arrivano molti dei prodotti simbolo della Toscana nel mondo e del made in Italy: per salvare le nostre produzioni dobbiamo intervenire quanto prima ristabilendo l’equilibrio della fauna selvatica, arginare i danni che l’agricoltura sta subendo e armonizzare le esigenze dei cacciatori con quelle degli agricoltori. Anche sul piano sociale occorre iniziare una nuova fase, improntata al dialogo e non basata sullo scontro e la contrapposizione tra posizioni diverse. Serve andare incontro alle necessità delle associazioni di cacciatori, che già collaborano alla bozza di legge, così come a quelle di agricoltori e allevatori, tenendo in considerazione le specificità dei diversi territori grazie alla mediazione dei sindaci. La priorità - conclude Scaramelli - è l’uomo, la persona, il suo essere allevatore, agricoltore, cacciatore, cittadino”.
dati a cura di 3BMeteo
29 novembre 2024 08:00