Il Brunello di Montalcino è un marchio affermato a livello internazionale, uno dei brand più conosciuti del nostro Paese, sinonimo di eccellenza in tutto il mondo.
Ma il Brunello di Montalcino non è, o non è solo, un prodotto: è storia, è territorio, è emozioni. Un sistema culturale reso tale da un binomio unico al mondo. Il Brunello infatti è “stato possibile” solo a Montalcino perché frutto di una combinazione di fattori che si verificano esclusivamente in questo territorio. Innanzitutto un ambiente pedoclimatico di grande vocazione per i vini da lungo invecchiamento. Altrettanto importante è il clima, il migliore per la maturazione del sangiovese. Ma soprattutto c’è il fattore umano, il saper fare dei viticoltori che, nel corso della loro lunga storia, hanno sempre tenuto fede a due principi fondamentali nella produzione del Brunello: la fedeltà al territorio ed il loro onore di produttori. La compenetrazione fra questi fattori ha facilitato la crescita diti un sistema integrato in cui le strategie produttive e distributive, le politiche di marca si uniscono e rafforzano con le altre eccellenze del territorio, prime fra tutti turismo e cultura, creando una realtà unica ed irripetibile a livello internazionale.
Un posizionamento che garantisce l’esclusività del prodotto ed al contempo valorizza e promuove il territorio. Montalcino, al di là della produzione vinicola, è infatti un territorio patrimonio dell’umanità (Val d’Orcia), che ha un forte appeal legato al turismo di qualità, e un altrettanto forte identità territoriale legata sia alla storia sia, più recentemente, al crearsi di situazioni che forse meglio di altri può declinare il concetto francese di “terroir”, che ha molto a che vedere con la dimensione culturale che riflette direttamente la società umana che utilizza e ha plasmato il territorio.
In questo contesto diventa importante il ruolo del Consorzio del Vino Brunello di Montalcino nato nel 1967 all’indomani del riconoscimento della Doc che rappresentato in questi anni uno strumento di scrupolosa e responsabile autodisciplina per diventare oggi un altrettanto indispensabile attore della promozione a livello internazionale. A conferma della buona salute del Brunello ci sono i numeri dell’export, che si conferma al 67,5% dell’intera produzione, con gli USA in testa con oltre il 30% delle esportazioni. Per quanto riguarda il mercato, nel 2014 è tronata di nuovo a salire la produzione, con 13.193.000 di bottiglie complessive immesse sul mercato (quindi con il Sant’Antimo ed il Moscadello inclusi) di cui 8.400.000 di Brunello (+4%), 4.500.000 di Rosso (+5%), per un fatturato 168.250.000 di euro.
Accanto a questi numeri anche quelli del settore enoturistico, che ha superato i 30 milioni di euro. Nel 2014 sono passati da Montalcino oltre 1 milione di turisti, facendo registrare un + 17,5% sui pernottamenti nelle strutture ricettive e un +16,5% di presenze rispetto allo stesso periodo.
dati a cura di 3BMeteo
8 febbraio 2025 08:00