“Terre di Nessuno”, la mostra che ha animato le stanze dell’antico Palazzo Comunale di Montalcino dallo scorso 22 agosto, sta per chiudere: sarà visibile infatti solo fino a domenica 13 settembre 2015.
La mostra racchiude la recente produzione di acquarelli di Mauro Andreini - noto architetto e artista, originario di Montalcino al quale è tuttora profondamente legato, da sempre unisce all’attività architettonica una intensa produzione disegnativa, entrambe ampiamente documentate in numerose riviste, libri ed in importanti mostre e rassegne, in Italia e all’estero - una serie di paesaggi e luoghi immaginari, caratterizzati dal “naturalismo metafisico”, tipico dell’autore.
“Un architetto sognatore e vecchia maniera - dice di lui l’architetto lucchese Piero Carlo Pellegrini - legato molto al disegno, alla matita, dalla toscanità spiccata, proprio quella toscanità che viene raccontata nel mondo e che si respira nelle sue opere. Il suo “credo” si racchiude in queste in questo: vedere, visitare, toccare e riprodurre. È il disegno dell’età matura che riporta Mauro alla fanciullezza, all’essenzialità dei tratti”.
Il curatore della mostra è l’architetto di Montalcino Stefano Lambardi, che ha raccontato l’opera di Andreini co queste parole: “parte fondamentale del lavoro di Andreini - spiega - è rappresentata dal disegno. Il disegno, nella storia dell’uomo, è sempre stato un mezzo di comunicazione e l’atto del disegnare, il rapporto tra ciò che si vede e come questo viene interpretato, si tratta di un esercizio, una sorta di preghiera che ti costringe a riflettere e a dialogare con te stesso. Il titolo mostra “Terre di Nessuno” è significativo: negli acquarelli di Mauro Andreini apparentemente non c’è nessuno, non compaiono esseri umani ma Nessuno è un personaggio importante, ingombrante. È Odisseo che combatte per quindi è tutto, anni per tornare in patria. E nei lavori di Andreini, dove effettivamente non compare nessuno, quel Nessuno rappresenta Tutti. Altro messaggio importante è rappresentato dalle rovine: sono l’essenza dell’architettura, restano legate alla memoria come descritta da Sant’Agostino nelle sue Confessioni. Nelle rovine sono al riparo le cose più importanti come la memoria. Nelle rovine non c’è coscienza di Nessuno, resta solo l’architettura, quella più pura e i disegni di Mauro rappresentano la purezza e l’amore per l’architettura e per la propria terra”.
dati a cura di 3BMeteo
20 settembre 2024