Mauro Andreini, noto architetto e artista, originario di Montalcino al quale è tuttora profondamente legato, da sempre unisce all’attività architettonica una intensa produzione disegnativa, entrambe ampiamente documentate in numerose riviste, libri ed in importanti mostre e rassegne, in Italia e all’estero. “Terre di Nessuno”, la mostra presentata questo pomeriggio nel Palazzo Comunale, costituisce la recente produzione di Mauro Andreini, una serie di paesaggi e luoghi immaginari, caratterizzati dal “naturalismo metafisico”, tipico dell’autore.
“Con Mauro Andreini il nome di Montalcino e del suo territorio hanno fatto il giro del mondo”. Così ha aperto la presentazione della mostra promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Montalcino, il vicesindaco della città del Brunello, Alessandro Nafi, ma è poi attraverso le parole dell’architetto lucchese Piero Carlo Pellegrini che si è approfondito il profilo dell’artista: “un architetto sognatore e vecchia maniera - ha raccontato Pellegrini - legato molto al disegno, alla matita, dalla toscanità spiccata, proprio quella toscanità che viene raccontata nel mondo e che si respira nelle sue opere. Il suo “credo” si racchiude in queste in questo: vedere, visitare, toccare e riprodurre. È il disegno dell’età matura che riporta Mauro alla fanciullezza, all’essenzialità dei tratti”.
A prendere poi la parola, l’architetto di Montalcino Stefano Lambardi, curatore, insieme a Rossana Mulinari e ad Adele Piccioni, della mostra, che ha spiegato quanto importante sia stato il contributo di Andreini per la sua carriera di Architetto spiegando poi l’opera nella sua interezza. “Parte fondamentale del lavoro di Andreini - spiega - è rappresentata dal disegno. Il disegno, nella storia dell’uomo, è sempre stato un mezzo di comunicazione e l’atto del disegnare, il rapporto tra ciò che si vede e come questo viene interpretato, si tratta di un esercizio, una sorta di preghiera che ti costringe a riflettere e a dialogare con te stesso. Il titolo mostra “Terre di Nessuno” è significativo: negli acquarelli di Mauro Andreini apparentemente non c’è nessuno, non compaiono esseri umani ma Nessuno è un personaggio importante, ingombrante. È Odisseo che combatte per quindi è tutto, anni per tornare in patria. E nei lavori di Andreini, dove effettivamente non compare nessuno, quel Nessuno rappresenta Tutti. Altro messaggio importante è rappresentato dalle rovine: sono l’essenza dell’architettura, restano legate alla memoria come descritta da Sant’Agostino nelle sue Confessioni. Nelle rovine sono al riparo le cose più importanti come la memoria. Nelle rovine non c’è coscienza di Nessuno, resta solo l’architettura, quella più pura e i disegni di Mauro rappresentano la purezza e l’amore per l’architettura e per la propria terra”.
A prendere la parola è poi l’autore degli acquarelli in mostra che racconta: “ nella mia vita esistono da sempre due binari: quello dell’architettura e quello del disegno che spesso ispira la mia professione. Ho avuto varie fasi che hanno caratterizzato il binario del disegno e che sono rappresentate in questa mostra: rappresenta la fase in cui dipingevo città ideali cercando una fattibilità e a volte trovando, anche in un contesto ipotetico ispirazione per un qualcosa di realizzabile; c’è poi una fase di disegni di architetture più concrete e realizzabili. “Terre di Nessuno” rappresenta il frutto della fantasia, paesaggi e architetture compaiono come dopo la fine del mondo, vere e proprie carcasse architettoniche dove, ogni tanto, germoglia qualche nuova struttura: il tutto sempre e solo rigoroso, essenziale e minimale. C’è poi una sezione che mi rappresenta molto e che è la congiunzione dei miei due binari. Attraverso una lavorazione di foto di Francesco Martini siamo riusciti a collocare le varie mie opere progettate negli anni, nei luoghi della mia terra a cui io sono più affezionato. Un lavoro interessante che inserisce i miei lavori nei luoghi che li hanno effettivamente ispirati”.
dati a cura di 3BMeteo
29 novembre 2024 08:00