Il mandato di “governo” di Silvio Franceschelli ha appena fatto il giro di boa e la Montalcinonews ha intervistato il primo cittadino per sapere come vanno le cose. Alla domanda su quanto di quello che fu il leitmotiv della campagna elettorale “Montalcino, Toscana, Mondo”, sia stato fatto e su cosa ancora deve prendere forma Franceschelli ha risposto che dal punto di vista infrastrutturale si è cercato di sviluppare luoghi dove cercare di incentivare ciò che il territorio possiede e molto è stato sviluppato dal sistema economico della città che ha affermato sempre più, sul mercato internazionale, il Brunello ed il territorio. “Un obiettivo - spiega - è dare gli strumenti a chi svolge la sua attività fuori dai confini di Montalcino per far conoscere sempre di più il nostro territorio. Due poi sono gli argomenti “caldi” che ci impegneranno nei prossimi ultimi due anni di mandato: la messa a sistema di un modus operandi che veda la promozione turistica all’interno di luoghi di culto o storici oggi in disuso e chiusi e la sfida amministrativa del personale personale”. La Montalcinonews, poi, ha voluto chiedere quali fossero i sogni nel cassetto del sindaco della città del Brunello e Franceschelli ha così risposto: “Riaprire il Cappellone e individuare un’area per fare le scuole”. Ha specificato che per realizzare un complesso scolastico a norma il percorso sarà lungo e ovviamente non terminabile ovviamente con la fine del mandato, ma che comunque individuare una zona idonea per realizzarle sarà una priorità di questo “governo”. “Riaprire la loggia del Cappellone - ha detto Franceschelli - è il sogno di tutti i cittadini di Montalcino. C’è già un dialogo con il proprietario dei locali ma, se questo non andasse a buon fine daremo comunque un segnale utilizzando eventualmente lo spazio di nostra proprietà”. Dal punto di vista amministrativo, l’obiettivo di Franceschelli è quello di riorganizzare la macchina comunale che ha bisogno di trovare nuova spinta. “Ci dobbiamo purtroppo scontrare - spiega - con delle norme che impediscono a molti di raggiungere il pensionamento. Quando poi si raggiunge si impedisce all’ente di andare a nuove assunzioni se non dopo un anno. Questo porta o a non permettere a chi avrebbe diritto di andare in pensione o di lasciare posti “sguarniti” e rischiare di perdere servizi. Il sogno del cassetto sarebbe scoprire una nuova norma che consentisse di andare incontro alle esigenze di chi vuol andare in pensione e di inserire nuove forze più dinamiche, motivate e al passo con i tempi per rendere gli ingranaggi della macchina amministrativa più funzionali”.
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