La cura e la salvaguardia di monumenti, opere d’arte e ambiente, per una città come Montalcino, conosciuta in tutto il mondo per il suo prodotto principe, il Brunello, deve essere un obbligo se l’obiettivo è quello di crescere, evolversi e mantenere il ruolo di rilievo, a livello globale, che, negli anni, si è guadagnata. Per gli amministratori, ma anche per le associazioni che insistono sul territorio, è necessario dunque investire nella tutela e nella conservazione dei gioielli che la città custodisce e che rappresentano l’attrattiva per le migliaia di turisti che ogni anno scelgono la città del Brunello per le proprie vacanze. Altro obiettivo, poi, per territori come quello di Montalcino, deve essere la collaborazione e la comunione di intenti di tutti gli attori in scena - amministratori, imprenditori, produttori, cittadini e associazioni - che si traduce, nella sua migliore formula, con uno stretto dialogo tra pubblico e privato che riesca a concentrare le energie sulle tante iniziative di cui una città necessita. E da oggi, forse, un piccolo passo, anche se tutto è migliorabile, è stato fatto. Da questo pomeriggio, infatti, 10 nuove fioriere - rotonde e di colore verde, colore scelto perchè già utilizzato per altre fioriere esistenti lungo le vie della città e per cercare di dare più omogeneità possibile all’arredo urbano - andranno a sostituire i più antiestetici cartelli di divieto, birilli e transenne, che “affollano” il centro storico di Montalcino e delle frazioni e che servono per regolare traffico e parcheggi selvaggi. Al centro di questa iniziativa c’è uno dei luoghi simbolo della città del Brunello: Sant’Agostino. Dopo un’opera di restauro - voluta dalla sinergia tra Regione Toscana, Conferenza Episcopale Italiana e Fondazione Bertarelli - che supera 1 milione di euro, e a distanza di qualche mese dalla riapertura dei locali, lungo tutto il perimetro della Chiesa (a qualche metro di distanza dalle mura per permettere il passaggio pedonale) sono state “piazzate”, con l’approvazione ed il nulla osta dell’architetto Edoardo Milesi che ha guidato e supervisionato tutti i lavori di restauro della chiesa, 7 di queste fioriere. Un’altra è destinata ad impedire il parcheggio indiscriminato in Via Gramsci, una invece andrà ad impedire l’ingresso nella Ztl della suggestiva piazza di Sant’Angelo in Colle e l’ultima, probabilmente sarà posizionata difronte ad un’altra chiesa del capoluogo, ma è ancora tutto da definire.
Dal Comune, poi, fanno sapere che le fioriere sono state create con del materiale di riutilizzo che è stato donato dalla Castello Banfi, una delle cantine più prestigiose e conosciute di Montalcino. Un esempio, questo, di collaborazione e sinergia tra pubblico e privato che, praticamente a costo zero, ha reso possibile migliorare delle zone del territorio per favorire la fruibilità e l’attrattiva di alcuni monumenti del centro storico. Un modello, forse da cui partire che chiarisce, anche in una pur piccola operazione, quanto il dialogo tra le varie componenti di un territorio possa essere fruttuoso e qualificante, a tutti i livelli.
dati a cura di 3BMeteo
14 dicembre 2024 19:30