Abbinare un buon vino e un tartufo perfetto è come sentire una elegante sinfonia eseguita in modo impeccabile, con tutti gli strumenti in perfetta sintonia giocare con note profonde che coinvolgono anima e intelletto. E al Four Seasons Hotel Firenze questa sinfonia diviene una delizia anche per la vista e per il palato con “The Reds & The White”, il matrimonio tra i vini rossi d’eccellenza ed il Tartufo Bianco di San Miniato. Dal 2008, infatti, nel lussuoso hotel fiorentino, si celebra, nel mese di novembre l’arrivo dell’autunno con un evento da non perdere. E uno dei protagonisti della manifestazione, per l’edizione 2014 (sabato 29 novembre dalle ore 19,30), sarà il Brunello di Montalcino della cantina Cupano di prorietà di Ornella e Lionel Cousin.
Il “Deus ex Machina” dell’unione tra i vini rossi ed il “Bianco” di San Miniato è l’Executive Chef dell’Hotel Vito Mollica supportato dal team del ristorante dell’Hotel Michelin Il Palagio. Il tema dell’edizione 2014 della manifestazione è “La Francia in Toscana”, che rappresenta il filo rosso che tesse attraverso la selezione di vini, la più alta espressione della produzione del vino rosso in Toscana con i principali produttori di vino francesi, come Caiarossa con Dominique Genot , Tolaini con Michel Rolland e Cupano, con il proprietario ed enologo Lionel Cousin. L’offerta è poi arricchita da Pol Roger Champagne, il preferito della famiglia reale britannica: uno stile profondamente raffinato, espressione di purezza ed eleganza.
Altro protagonista è senza dubbio il Tartufo Bianco di San Miniato che sarà presente in ogni piatto. Un mix di sapori delicati sapientemente combinati con le potenti note dei vini e del tartufo.
Focus - Il Brunello di Montalcino Cupano raccontato da Ornella e Lionel Cousin
“La nostra storia con Montalcino è cominciata nei primi anni settanta. Viviamo su una collina di sassi sopra l’Ombrone, che assicura drenaggio, ricchezza di minerali e una vista meravigliosa, e che anno dopo anno si rivela essere “un vrai, grand terroir”.
Il nostro mentore è stato Henri Jayer di Borgogna con le sue ferree convinzioni: pochi ettari, vino fatto in vigna, nessun pesticida o fertilizzante chimico, rese limitate in vendemmia eliminando ancora sulla tavola di cernita ogni traccia di uva non matura o ammuffita, lieviti autoctoni, malolattica sulle fecce fini in barriques francesi di media tostatura. Carlo Ferrini ha scelto i terreni e le barbatelle, il sesto d’impianto, l’altezza dei cordoni. François Bouchet fino alla sua recente scomparsa ci ha iniziato alla biodinamica, la biodinamica semplice ed efficace di un vecchio vagnaiolo quale lui era. E quando Giulio Gambelli, fissandoci in silenzio con il bicchiere in mano, si avvita l’indice sulla guancia, imbottigliamo.
Grazie a questi maestri cerchiamo di mettere nel vino una stagione, la memoria, il paesaggio, un incanto”.
Azienda
Superficie totale azienda: 34 ha
Superficie vigna: 7ha (di cui 3ha nuovo impianto)
Produzione annua: 13.000/14.000 bottiglie
Viticoltura
Altitudine media del vigneto: 200m
Composizione del terreno: argillo-sabbioso con molto scheletro acciottolato
Tipo di coltivazione: biologica, certificata ICEA
Forma di allevamento: cordone speronato
Densità media ceppi: 6250 ha.
Produzione media per ha.: 40 ql
Vendemmia: manuale, differenziata per particelle, in cassetta
Vinificazione
Macerazione: prefermentazione a freddo
Lieviti: solamente lieviti naturali autoctoni
Temperatura di fermentazione: 25/30°C
Vasi vinari: acciaio inossidabile, troncoconici
Barriques: Bourguignonnes, legno centro Francia a grana fine ed extra fine
Fermentazione malolattica: in barriques, sulle fecce fine
Affinamento: in bottiglia, variabile a seconda del vino.
dati a cura di 3BMeteo
14 dicembre 2024 19:30