“L’idea sarebbe di affidare ad imprese agricole ed agrituristiche non solo la manutenzione ordinaria, ma anche la gestione tout court di piccoli siti archeologici e culturali, che ovviamente, restano di proprietà dello Stato, ma che così, senza che il pubblico debba sborsare un euro, potrebbero tornare fruibili al pubblico, dove spesso non lo sono, magari perché non i sicurezza o semplicemente c’è un cancello chiuso che nessuno apre. Lo faremmo volentieri, e senza chiedere nulla in cambio: il nostro ritorno sarebbe dato, semplicemente, dal rendere più appetibile i territori delle nostre aziende agricole e dei nostri agriturismi, che potrebbero inoltre comunicare nel proprio materiale la presenza di attrazioni fino ad oggi non valorizzate”. Così Alberto Giombetti, Responsabile dell’Ufficio del Presidente della Cia, spiega a WineNews, uno dei siti più cliccati dagli amanti del buon bere, la proposta avanzata da Cia-Confederazione Italiana Agricoltori e dalla sua associazione dedicata all’agriturismo Turismo Verde al al Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Dario Franceschini.
“Già con la legislazione vigente - spiega, Giombetti - è possibile, attraverso delle convenzioni, prendersi cura della manutenzione ordinaria di piccoli siti, chiese e così via, dove il pubblico spesso non ha neanche le risorse per tagliare le erbacce. E in questo senso avevamo già chiesto a Franceschini la firma di un protocollo di intesa. Ora, con lo “Sblocca Italia”, anche grazie alla proposta di “Cittadinanza Attiva”, che peraltro ci risulta gradita da tutti i gruppi parlamentari, si sostanzia ulteriormente quello che avevamo proposto”.
Un’iniziativa importante, questa, che già tante realtà del vino italiano hanno abbracciato, anche in territorio di Brunello, basti pensare a Claudio Tipa con la Fondazione Bertarelli che, attraverso un investimento che supera il milione di euro, ha restaurato la Chiesa di Sant’Agostino.
Il Ministro Franceschini sembrerebbe, stando alle dichiarazioni di Giombetti, aperto al confronto sulla proposta, e questo sembrerebbe far ben sperare.
Se il progetto si concretizzasse sarebbe l’inizio di una nuova via per l’Italia e per località come Montalcino, dove storia, arte e agricoltura convivono e si fondono in un unicum di eccezionale impatto che colpisce e attrae turismo, rappresenterebbe un bell’esempio di messa a sistema di due eccellenze italiane, l’agricoltura e il patrimonio artistico, invidiate nel mondo che, si dice spesso, dovrebbero camminare più insieme.
E per Montalcino, si auspica che l’esempio di Tipa sia seguito da altri produttori. La culla del Brunello, infatti, dove insistono più di 250 produttori di vino, potrebbe ergersi a portabandiera di questo nuovo modo di prendersi cura di una “terra” che - sia attraverso il suo prodotto principe sia per il suo patrimonio che ha permesso al Re del Sangiovese di essere identificato in un contesto unico la mondo - genera ricchezza e che, per vivere e sopravvivere ha bisogno di essere curata, rispettata e riqualificata, attraverso interventi su chiese e monumenti che rappresentano il volto e il vanto del territorio.
dati a cura di 3BMeteo
14 dicembre 2024 19:30