La maxi frode ai danni del vino di Montalcino, scoperta dalla Guardia di Finanza in sinergia con il Consorzio del Brunello, che ha portato al sequestro di oltre 165.000 litri di vino e 2.350 contrassegni di Stato, ha acceso il dibattito e ha fatto scendere in campo anche la politica a difesa di uno dei brand del Made in Italy più conosciuti e apprezzati a livello globale. Sono proprio la Guardia di Finanza senese ed il Consorzio del Brunello (che ha fatto partire l’indagine), a far sapere che, sulla vicenda “ci saranno sviluppi”, e, mentre il governatore toscano Enrico Rossi e il presidente dei Consorzio Fabrizio Bindocci assicurano che si costituiranno parte civile in un eventuale processo, il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina commenta: “abbiamo i mezzi giusti per difendere i nostri prodotti d’eccellenza e l’operazione della Finanza in collaborazione con il nostro Ispettorato repressione frodi ne è la conferma. I livelli di presidio della qualità ci sono e funzionano”. Sono intervenute con gran forza anche le associazioni di categoria. Dalla Cia-Confederazione italiana agricoltori, si sottolinea come oltre il 20% delle frodi agroalimentari che sottraggono circa un miliardo di euro ogni anno all’Italia, colpiscono il vino, mentre Coldiretti parla del raddoppio di frodi nel settore del vino e degli alcolici dall’inizio della crisi ad oggi. Anche l’assessore all’agricoltura e foreste della Regione Toscana, Gianni Salvadori, ha definito la notizia “una grande disgrazia perchè queste cose danneggiano in maniera incredibile la nostra Regione”, ribadendo l’importanza, per la Regione, di costituirsi parte civile, a difesa dei produttori di Brunello e dell’immagine della Toscana tutta. Per il Sindaco di Montalcino, Silvio Franceschelli: “il Consorzio, con la sua attività di tutela, e la Guardia di Finanza, con la presenza sul territorio, hanno consentito di bloccare questi prodotti. Serve sempre più attenzione, e vigilanza, su un territorio come quello del Brunello di Montalcino”.
Focus - Remo Grassi, presidente Sezione Agroalimentare Confindustria Siena, interviene sulla truffa ai produttori di Brunello
“Ancora una volta il Brunello è al centro di una truffa con conseguente danno di immagine per le Aziende impegnate nella produzione di uno dei vini più noti al mondo. Non è un caso - afferma Remo Grassi, presidente della Sezione Agroalimentare di Confindustria Siena - perché proprio la notorietà del marchio e l’esclusività del prodotto lo sottopongono a rischi costanti di contraffazioni e truffe. Il danno di immagine è evidente e la risposta sta in una azione costante di monitoraggio e controllo a salvaguardia della qualità a tutela sia del consumatore che del produttore. In questo l’attività del Consorzio è fondamentale come lo è stata nella segnalazione e collaborazione con la Guardia di Finanza che ha portato alla luce questa ennesima truffa”.