A “spasso” per Montalcino tra storia ed aneddoti: Piazza del Popolo

Antica foto dei loggiati di Piazza del PopoloUn paesaggio mozzafiato e un luogo dove arte, storia e cultura si incontrano per dare vita ad un cocktail di emozioni, suggestioni e curiosità. Tutto questo è Montalcino e la nostra redazione ha deciso di fare un “viaggio virtuale” tra le meraviglie che la città custodisce per raccontarne la storia, l’evoluzione ed i fatti salienti che hanno coinvolto persone, monumenti ed architetture. Per questo percorso, la Montalcinonews ha deciso di partire da Piazza del Popolo, luogo ideale e centrale per la storia della città del Brunello, nonché protagonista e spettatore e del succedersi delle epoche di Montalcino.
Le motivazioni che spinsero ad attuare questa vera e propria opera ingegneristica derivarono dal fatto che, attorno all’anno Mille, qui c’erano solo le scoscese pendici orientali del colle di Montalcino. Per costruire la piazza quindi fu necessario provvedere ad un livellamento che, come si può facilmente immaginare, fu realizzato interamente a mano e grazie al finanziamento degli abati di Sant’Antimo, quali titolari dei diritti sulla comunità. Da quel momento, fino ad arrivare ai giorni nostri, la piazza rappresenta il cuore pulsante della vita cittadina e viene chiamata Piazza del Mercato, nome che, però, negli anni ha subito diversi cambiamenti fino a divenire quello attuale di Piazza del Popolo che, quasi tutti gli abitanti di Montalcino attribuiscono, erroneamente, postumo al passaggio del fronte di guerra nel giugno 1944. La verità è che Piazza del Popolo venne così intitolata dal Commissario prefettizio del Comune di Montalcino il 15 gennaio 1945, seguendo una disposizione del Governo della Repubblica Sociale Italiana che obbligava tutti i Comuni a cancellare i nomi di vie e piazze intestate a membri di Casa Savoia. Dopo l’Unità d’Italia infatti la piazza venne intitolata Principessa Margherita e poi, dopo il 1878, Regina Margherita.
Facendo un tour artistico-architettonico della piazza, si possono ammirare le logge, chiamate dai cittadini “Il Cappellone”, nome che deriva dal fatto che nel XIII secolo ne venne costruita la prima parte con funzione di cappella pubblica. Un segno, questo, di un’identità precisa della piazza: la cappella, infatti apparteneva al “popolo” così come l’edificio difronte, il Palazzo del Podestà. Ci fu, poi, un ampliamento della cappella, risalente al XV secolo, modifica evidente anche dagli stili diversi che identificano le due epoche diverse di costruzione.
Rivolgendo poi lo sguardo nel lato opposto della piazza, poi, si trova il palazzo del Podestà, o Comunale, che ha ha la facciata rivolta a nord per far sì che chi arrivava a Montalcino dovesse avere subito la visione di questo palazzo e del suo significato (il governo popolare): un palazzo dall’architettura specificamente propria, di influenza fiorentina.
Nella piazza ci sono anche altre logge, quelle del palazzo comunale, che, fin dall’antichità erano adibite a magazzini del sale. Nel 1892 il Comune riacquistò questi locali, privatizzati nel tempo e allora di proprietà Galassi e Corbelli, pagandoli la bella somma di 4.000 lire e destinandoli a mercato giornaliero di frutta e verdura. Come è noto, in quel tempo, la frutta e la verdura non erano importate dall’esterno, né venivano vendute nei negozi, ma si acquistavano la mattina dalle “logaiole”, mezzadre della collina, ortolane che portavano i loro prodotti a vendere al mercato. Sempre nel 1892 il Consiglio comunale discusse ampiamente sull’opportunità di costruire gli uffici postali addossati esternamente al “Cappellone”, ma l’idea fu accantonata per il costo eccessivo che avrebbe richiesto la costruzione di questa struttura. Solo nel 1958 si decise di dar vita al progetto, accecando il loggiato sul versante orientale che guardava la vallata, e suscitando così accese polemiche. Del resto, per la cronaca, diremo che già nel 1914 i cittadini di Montalcino avevano insistito presso l’amministrazione comunale perchè le grandi aperture di affaccio sulla valle venissero tamponate a causa del vento insopportabile che da lì saliva. Gli amministratori di allora scelsero di non intervenire sulla struttura storica, ma optarono per l’applicazione di portelloni amovibili. Nella piazza ci sono anche i due più significativi centri di ritrovo di Montalcino. La Fiaschetteria italiana, fondata da Ferruccio Biondi Santi nel 1888 e trasformata nell’attuale locale liberty nel 1897, e l’altro che nasce come Bar Cacciatore - di cui si ha notizia per la prima volta nel 1892 - divenuto oggi bar Le Logge.

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