Esclusività di prodotto, sostenibilità etica, attenzione al pericolo della massificazione e dialogo costruttivo tra impresa e territorio: tutto questo può, e deve essere il mix vincente che serve a Montalcino per crescere e migliorare, per essere competitiva, a livello globale e viaggiare di pari passo con il suo prodotto principe, il Brunello, famoso e apprezzato in ogni angolo del mondo. Per fare questo è necessario cercare sempre di migliorarsi e non dare nulla per scontato.
Il “modello” Montalcino, che è composto da tante angolature e sfaccettature diverse - dal Brunello al turismo, dalla storia alla cultura, dal misticismo al paesaggio mozzafiato - deve essere in grado di evolversi attraverso uno stretto e proficuo dialogo tra tutti gli attori in scena. Puntare sul turismo, per realtà come quella di Montalcino, è un dovere, ma non per questo è necessario investire energie nella ricerca della quantità di visitatori da attrarre.
Il segreto sta nella qualità. Custodire, curare le proprie risorse, dedicarsi anima e corpo a ciò che l’ambiente ha da offrire, diversificando l’offerta e rendendo appetibile e fruibile il territorio in ogni sua forma e nella sua più profonda sostanza. A partire dalla collaborazione e comunione di intenti che si traduce, nella sua migliore formula, con uno stretto dialogo tra pubblico e privato che riesca a concentrare le energie sui tanti monumenti da salvaguardare e curare che la città del Brunello ha e che devono, obbligatoriamente, essere fruibili, sia dalla popolazione sa da tutti coloro, tanti, che ogni giorno scelgono Montalcino per trascorrere le proprie vacanze.
Ed, oggi, questa sinergia, che, purtroppo vede ancora troppi pochi esempi al suo attivo in questo fazzoletto di terra, torna prepotentemente alla ribalta. A far parlare di sé, è la Chiesa di Sant’Agostino che, dopo anni di desolato semiabbandono, torna a nova vita. Con un’emozionante, per tutta la popolazione di Montalcino, inaugurazione dei locali - in occasione della presentazione dell’opera che andrà in premio al Quartiere che si aggiudicherà il 52° Torneo di Apertura delle Cacce - tornati a nuova luce, e riaperti, dopo la conclusione degli interventi di recupero e restauro finanziati - in accordo con l’amministrazione Buffi, sindaco in carica nel mandato precedente a quello Franceschelli - dalla Regione Toscana, dalla Conferenza Episcopale Italiana, insieme alla Fondazione Bertarelli, che ha stanziato un budget che supera 1 milione di euro per occuparsi proprio di Sant’Agostino.
E, per permettere a monumenti come questo di vivere e far vivere la città, dopo aver compiuto questo primo passo verso un futuro più roseo del recente passato che ha visto protagonista la Chiesa di Sant’Agostino, bisogna essere consapevoli che il cammino è ancora lungo e tortuoso. Capita spesso, infatti, che chi amministra territori come quello di Montalcino, che possono vantare una storia ed una fama mondiale, pensi di poter vivere sugli allori, ma non è così e la città del Brunello ne è un esempio. Qui risulta essere molto carente, a volte quasi inesistente la capacità di fare sistema, di prendere coscienza delle proprie potenzialità e sfruttarle al meglio.
Pubblico e privato devono necessariamente dialogare per generare economie, creare progetti comuni e qualificati di ricerca e valorizzazione del territorio e dei beni culturali che ne sono parte. Di tutto questo, Sant’Agostino, potrebbe divenire l’emblema. Per poter vivere, infatti, la Chiesa, ha bisogno di “rimanere attiva” e fruibile. Tutto ciò è possibile attraverso una sinergia, già avvenuta per l’esecuzione dei restauri e che deve necessariamente continuare. Alle istituzioni spetta la promozione di percorsi di formazione e la concessione degli spazi in cui poter avviare attività “collaterali”, che portino anche reddito, come esercizi commerciali e laboratori, ma anche botteghe e attrazioni turistiche con l’obiettivo di favorire lo sviluppo di un turismo di qualità.
Un punto di partenza potrebbe essere anche quello di permettere alle attività commerciali o artigianali di gestire lo spazio dove organizzare eventi ad hoc, per turisti e non solo, al fine di rendere la Chiesa un luogo da vivere a 360 gradi.
Focus - Sant’Agostino, tutela e salvaguardia prima di tutto
Dopo un’opera di restauro che supera 1 milione di euro, all’indomani dell’inaugurazione dei locali di Sant’Agostino, la Chiesa ha subito un brutto risveglio.
Proprio questa mattina la Montalcinonews ha ricevuto una segnalazione, corredata di foto, da parte di un lettore: in occasione del solito mercato settimanale, ecco le immagini che già evidenziano la scarsa cura, da parte dei venditori ambulanti, del luogo simbolo di Montalcino e dei recenti restauri: scale appoggiate direttamente sulla facciata di Sant’Agostino e un camion parcheggiato a 30 centimetri dal muro della bella facciata, “tornata a nuova vita”.
Non sarebbe il caso, se l’intento è quello di far evolvere la città per attrarre un turismo di qualità, prevedere delle “misure” (“una soglia di rispetto”, che non vuol dire mettere il monumento sotto una campana di vetro) che, non solo tutelino e rispettino il patrimonio della città, ma che agevolino interazioni per creare un humus in grado di elevare Montalcino ad un luogo capace di essere competitivo con le più rinomate città del mondo ?