La notizia della truffa ai danni del Brunello, che ha visto il sequestro, condotto dai Carabinieri del reparto operativo di Siena, di 30.000 bottiglie di vino etichettato soprattutto come Brunello di Montalcino (10.000 bottiglie) ed altre famose Docg del centro Italia, fa il giro del mondo e sono in molti ad intervenire in merito analizzando il problema e dando le proprie opinioni. Oggi è Maurizio Costanzo - giornalista dal 1956, ma anche conduttore e autore televisivo, sceneggiatore, regista paroliere e professore universitario - che, dalle colonne del Messaggero invita alla riflessione.
“Forse va ricordato che un export molto forte in Italia, è proprio il vino, e se noi, con le nostre mani, ci roviniamo il mercato, siamo a dir poco degli imbecilli. Non è la prima volta che il vino viene falsificato, ma ora, trattandosi di Brunello, è ancor più grave. Possibile che in Italia tante cose non vanno per il verso giusto e alla fine riescono soltanto le truffe?”. Così si esprime Costanzo, con l’intento di richiamare l’attenzione su quanto gravi, anche se si tratta tutto sommato di una quantità abbastanza contenuta di bottiglie, siano queste truffe che spesso si verificano in Italia soprattutto nel settore agroalimentare di eccellenza e su quanto pesino, per l’economia del Belpaese, fatti di questo genere. Molto si fa, in Italia, per la tutela e la salvaguardia dei prodotti simbolo del Made in Italy nel mondo ma, forse, come Costanzo ci fa notare, molto ancora può essere fatto.
dati a cura di 3BMeteo
14 dicembre 2024 19:30