Il mondo viaggia sul web, e questo è ormai, da anni, un dato di fatto e, a rappresentare l’ultima frontiera della comunicazione, in pole position, sono senza dubbio i social media. È necessario, dunque, per qualsiasi impresa che voglia essere competitiva sul mercato, ed il mondo del vino non è esente da questo paradigma, essere presente sul web su più canali possibile. Ed il Consorzio del Brunello di Montalcino, in controtendenza sulla maggioranza dei Consorzi italiani - stando ai dati divulgati dalla Maxfone srl (www.maxfone.it) - lo ha capito affidando, dal gennaio 2012, la “gestione” dei propri canali web, alla Montalcinonews che quotidianamente, e con un lavoro capillare, si occupa di aggiornare e gestire tutti i social network.
L’indagine condotta dalla Maxfone srl, società di Ict (Information & communication technology) specialista nella comunicazione digitale e nell’analisi della web reputation, critica l’impegno carente dei Consorzi italiani su internet, eccezion fatta per il Brunello di Montalcino - e Conegliano Valdobbiadene Prosecco, unici due consorzi ad aver capito quanto i “cinguettii” siano fondamentali se si vuole operare sul mercato degli Stati Uniti, e non solo.
Se è vero che il re del Sangiovese e il Valdobbiadene sono presenti su gli stessi canali e vincono, a pari merito, per la loro operosità sul web, altrettanto vero è che i numeri all’attivo, per i due Consorzi, sono ben diversi. Il Consorzio del Brunello vince su tutti i social network attivi: su Twitter, con 2.597 Follower su 316 di Valdobbiadene, su Facebook, con 26.406 Mi piace su 3.809, su Instagram, con 140 seguaci su 79, c’è poi Pinterest, dove il Brunello di Montalcino vince con 92 Followers su 64, su Flickr, con 1.000 elementi su 317, e, infine, su Youtube, con 39.236 views su 19.575 per il Prosecco di Conegliano.
Secondo l’indagine Maxfone, nel 2014, il 38% dei Consorzi non è presente su Facebook e il 61% non ha un account suTwitter: “su 78 consorzi, 30 non sono presenti (il 38%) su Facebook,12 sono presenti ma con una pagina non certificata (15%), mentre alcuni enti utilizzano account privati che non sono stati considerati nella nostra ricerca - dice Paolo Errico, amministratore delegato di Maxfone srl (www.maxfone.it), società di Ict (Information & communication technology) specialista nella comunicazione digitale e nell’analisi della web reputation. Quanto a Twitter, ben 48 consorzi (61%) non è presente. “Eppure Ttvitter - agiunge Errico - svolge un ruolo importantissimo nel mercato statunitense del vino, indicando i trend di consumo del vino, i gusti, le preferenze dei consumatori”.
In dettaglio, dall’analisi di Maxfone emerge che sono 48 i Consorzi presenti ufficialmente su Facebook: solo il 46% ha una pagina certificata che attesta che si tratta proprio di quell’ente. Sono 30 i Consorzi presenti su Twitter e 19 quelli presenti con un canale su Youtube, il motore di ricerca (di proprietà di Google) che indicizza i video.
Un altro indicatore di una strategia di comunicazione digitale di peso è la “multicanalità”, ovvero la presenza su più social media con una “digital integration” fra gli strumenti di relazione con il pubblico. “La multicanalità è - fa notare Errico - un valore quantitativo, e non esprime valutazioni relative al numero di attività e/o all’engagement nella comunicazione online”. È, comunque, un indice di quanto un consorzio abbia a cuore il rapporto stretto con il cliente (o possibile cliente) online.
Di media, secondo le rilevazioni di Maxfone, ognuno dei 78 consorzi di tutela dei vini italiani utilizza 1,67 social media. Il 22% utilizza due social, il 18% utilizza un solo social, il 12% utilizza quattro social, il 6% utilizza cinque social, 4% utilizza tre social, l’1% utilizza sei social e un altro 1% utilizza 7 social. E ben il 36% non utilizza alcun social. Le analisi sono state effettuate su fonti pubbliche, specifica Maxfone; e sono stati considerati solo i profili social riconducibili ai consorzi in modo chiaro. Consorzi che appunto sfilano in questo ordine di lista: Consorzio Vino Conegliano Valdobbiadene Prosecco (sette social), il Consorzio del Vino Brunello di Montalcino (sette social), il Consorzio del Vino Chianti classico (cinque social), il Consorzio Brachetto d’Acqui (cinque social), il Consorzio Tutela Gavi (cinque social), il Consorzio Tutela Soave (cinque social), il Consorzio Vini Dop Valcalepio (cinque social).
Ma la Montalcinonews non è nuova a ricevere riconoscimenti per il lavoro che svolge sui social network, per conto del Consorzio del Brunello: nel 2013, sempre a Vinitaly, furono Viralbeat e il Centro studi Etnografia digitale, con un’indagine dal titolo “Vino e social media: la netnografia per un approccio strategico al nuovo marketing del vino” a premiare il nostro lavoro. Da queste indagini e dai risultati che ne conseguono emerge, dunque, un dato importante: il Consorzio del Brunello ha capito quanto importante sia la presenza costante sul web, fatta di contenuti, di immagini e di curiosità, di quanto sia fondamentale il lavoro capillare, l’orchestrazione delle varie tessere che la Montalcinonews dirige ormai da oltre due anni e che la metodologia giusta e imprescindibile per far crescere il brand sia creare attenzione, interesse e partecipazione del pubblico.
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29 novembre 2024 08:00
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