La “Settimana Santa” è il tempo pasquale in cui ogni momento della giornata è scandito da riti, che la cristianità perpetua e che ripercorrono i momenti della Passione di Cristo. E a Montalcino esiste un cerimoniale che si perde nel tempo. Dalla rappresentazione, questa sera, dell’Ultima cena, quando Gesù lavò i piedi ai discepoli in simbolo di purificazione, alla “Processione del Gesù morto”, che affonda le radici nel 1561 e che si snoda lungo i chiassi, le viuzze e le salite della città, in un corteo di fedeli che camminano al ritmo lento dei tamburi; per poi arrivare al “Mattutino” che annuncia la Resurrezione di Cristo e la redenzione degli uomini. Ma la Pasqua è anche il momento dei riti della cucina, una festa da celebrare sulle tavole di Montalcino con una vera e propria maratona gastronomica dedicata all’esaltazione dei piatti della tradizione. Ed i menù prevedono, quasi d’obbligo, l’uovo benedetto accompagnato dagli affettati e l’immancabile orliata (capocollo), i crostini di milza, i tagliatini fatti a mano, i cappelletti in brodo di cappone, ma anche i pinci e la pasta al forno. E poi il re della tavola, l’agnello, accompagnato da spinaci, patate al forno e sformati. Per Pasquetta, i giovani, seguendo le orme dei propri nonni e genitori si svegliano di buon mattino e partono per scampagnate fuori porta. Zaini in spalla, si dilettano in passeggiate che, inevitabilmente terminano con succulenti picnic a base di carne alla brace. E chiaramente Rosso di Montalcino.
dati a cura di 3BMeteo
20 settembre 2024