La forza del Brunello? Tra tradizione e innovazione

Un panorama di Castello BanfiLa vocazione del territorio di Montalcino a produrre vini di grande qualità è nota da molti secoli e già molto prima dell’avvento del Sangiovese, frutto, questo, del duro lavoro di una collettività che è partita da alcune famiglie locali ed ha saputo arricchirsi con il passare del tempo. Ma quale è il segreto del Brunello? Dove risiede la sua forza? Un argomento, trattato spesso dalla Montalcinonews, che ha sempre individuato il punto di forza del prodotto principe di Montalcino nel connubio, che il Brunello rappresenta tra forte identità con il territorio, la tradizione e l’esperienza che generazioni di famiglie hanno tramandato ai posteri e l’innovazione che ha reso il re del Sangiovese il simbolo dell’enologia italiana nel mondo. A supportare questa nostra tesi, oggi, anche “Bibenda”, la rivista dei sommelier (n. 96, venerdì 14 marzo 2014) che analizza tutte le varie facce del Brunello partendo dall’analisi dettagliata da un lato, a rappresentare la tradizione, della famiglia Biondi Santi, e, dall’altro, a ritrarre l’innovazione la cantina Castello Banfi.
Innegabile è il prestigio del “Greppo”, dove, nei dell’Ottocento, ebbe inizio la grande cultura vitivinicola della famiglia Biondi Santi proprietaria di quest’azienda. Altrettanto innegabile è l’apporto economico, di immagine e di notorietà che ha dato la Castello Banfi, nata, con i fratelli John e Harry Mariani (e con la lungimiranza e autorevolezza dell’enologo-manager Ezio Rivella) nel 1978, e che, da oltre trenta anni, rappresenta un punto di riferimento per chiunque al mondo si occupi di produzione vitivinicola.
“Il Brunello Biondi Santi è oramai diventato simbolo dell’identità nazionale e custodisce la tradizione di uno dei vini più importanti al mondo che, con il passare degli anni, si evolve ed esprime straordinari profumi e sapori. I vini di Castello Banfi rappresentano, invece, il frutto concreto della continua ricerca volta al costante miglioramento dell’arte enologica”. Così la rivista “Bibenda” descrive i simboli dell’enologia del territorio di Montalcino: “serietà, professionalità e rispetto per il consumatore sono alla base della qualità della produzione dei vini capaci di coniugare antica e sapiente tradizione vitivinicola ad innovative soluzioni tecnologiche in cantina così come nel vigneto”.
Lavoro, impegno, costanza e tenacia hanno contribuito al successo del Brunello. Un vino innovativo fin dalle sue origini: è il primo vino rosso italiano di alta qualità e alto prezzo venduto a milioni di bottiglie su tutti i mercati del mondo, ma è anche il primo italiano ad essere accettato nel mondo dell’alta qualità che prima era monopolio esclusivo delle “grandi uve francesi”. Si è fatto anche spazio sul mercato globale creandosi un segmento che prima non esisteva.
Tutti vogliono, amano e desiderano il Brunello: dai più grandi enologi del mondo che sono passati da Montalcino agli imprenditori, dalle star del cinema e della moda, ai magnati, dai business man ai big della finanza fino agli uomini politici.
Sono salite alla ribalta nuove aziende, alcune si sono confermate nella qualità e altre hanno subìto una piccola battuta di arresto, ma Montalcino, nel suo complesso, è sempre e, comunque, ai vertici dell’enologia italiana. Montalcino ha certamente dei grandi protagonisti, ma ne ha così tanti e sempre nuovi che sono un coro. E si sa, l’unione fa la forza.

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