Gli ambasciatori del Made Italy enoico per i wine lovers? Dal sondaggio di Winenews, uno dei siti di riferimento del mondo del wine & food d’Italia, e Vinitaly (www.vinitaly.com), appuntamento enologico di livello internazionale, a cui hanno partecipato 1.250 “enonauti”, ovvero appassionati già fidelizzati al mondo del vino e del web, dedicato ai marchi del vino che, come quelli della moda, rendono celebre il made in Italy nel mondo, scaturisce che i portavoce dell’enologia italiana sono Gaja e Antinori, due dei pilastri del sistema produttivo nazionale nonché vignaioli in patria di Brunello. Ma non sono gli unici. La bandiera tricolore non viene tenuta alta solo dai grandi produttori Gaja e Antinori: nella lista degli ambasciatori stilata dagli “enonauti” compaiono, infatti, altri nomi eccellenti del made in Italy nel mondo. Tra i portavoce del wine & food, c’è Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, l’associazione no-profit della chiocciolina che conta 100.000 membri in 150 Paesi e che ha l’obbiettivo di promuovere una cultura gastronomica basata sul cibo buono, pulito e giusto. E nell’Olimpo dei top manager enogastronomici, troviamo anche Oscar Farinetti, patron di Eataly, la catena degli store del gusto dedicata all’acquisto, alla degustazione e alla vendita di soli cibi di alta qualità italiana, presenti in tutto lo Stivale, da Torino a Roma, da Firenze a Bari, e nei quatto angoli del Pianeta, da New York a Tokio. Ma il mondo enoico italiano viene esportato e reso celebre anche dalla sommelliere: ecco allora che, nella lista degli ambasciatori, compaiono Luca Gardini, eletto miglior sommelier del mondo nel 2010 e ambasciatore mondiale dell’enologia nel 2013, e Luca Martini, il più bravo sommelier al mondo secondo la Worldwide Sommelier Association. Una “menzione d’onore”, come polo aggregante del made in Italy enoico, anche a Vinitaly-Veronafiere, la vetrina più importante al mondo del vino italiano.
Al loro fianco una vera e propria “squadra” di top brand, tra le cantine preferite dagli appassionati. Ed anche qui come poteva mancare il nome di Montalcino e del suo nettare? Al fianco di cantine che spaziano in tutto lo Stivale, infatti, come poteva mancare la cantina dov’è nato il re del Sangiovese? Sfila, quindi, Biondi Santi, il “capostipite” di tutti i Brunello, nato alla fine dell’Ottocento nella Tenuta Greppo grazie alle geniali intuizioni di Ferruccio Biondi Santi insieme ad altri nomi ed altre cantine di Montalcino: Castello Banfi, Allegrini, Frescobaldi e Poggio di Sotto che vanno ad affiancarsi ai grandi nomi dell’enologia italiana come, per citarne alcuni, Ca’ del Bosco e Ferrari, Tasca d’Almerita e Planeta, Donnafugata e Giacomo Conterno (Monfortino), Berlucchi, Duca di Salaparuta e molti altri.
dati a cura di 3BMeteo
31 dicembre 2024 17:00