Qui di seguito le parole, scritte alcuni anni fa da un lettore della Montalcinonews che preferisce rimanere anonimo. Un ritratto della città del Brunello che racchiude, nella sua semplicità, l’essenza della città e del suo territorio.
“In vetta al colle fra gli ulivi annosi come sospeso all’orizzonte, muto e solenne, s’erge Montalcino. Piccole strade fra le case antiche dove l’ombra del sole frastagliata si addentra quasi timida, accarezzando la soglia di una porta. Archi poggiati a mura poderose sfidano il tempo a la natura, fra pietre mosse e immagini sbiadite. Qualche finestra riquadrata ancora soleggia malinconica e assente tra miti chiostri ombrati e stemmi mozzi di case spente. Orti nascosti degradanti a valle ricchi di verde e di silenzio amico profumano di salvie e rosmarino. Abbracciate dall’edera tenace, le belle porte della cinta ardita che tante lotte videro e tant’odio, sono occhi vuoti, ormai senza più vita.
Dai tetti bruni, svettano nel cielo i campanili snelli baciati dal sole che tramonta rosso, verso il mare lontano. Un’aria di pace si diffonde allora fugando il timore di una notte buia, dall’alto, la fortezza maestosa abbarbicata sulle rocce nere, silente di armigeri in vedetta, domina forte con le torri al vento, come se proteggesse ancora un sogno di gloria e una balzana. Brullo il piano, muore all’orizzonte, lontano, sulle crete ardenti sgretolate dal sole, come un quadro fiabesco e senza fine. Ciuffi di verde si perdono in un paesaggio d’incubo disegnando in toni più leggeri un’armonia di colori dipinti da un pennello divino. E in alto, fermo tra la terra e il cielo, proteso verso Siena, muto esolenne s’erge Montalcino”.