In ricordo …

Franco Biondi Santi osserva i capolavori della produzione di famigliaDa qualche parte o in qualche modo ci incontreremo, ancora, Dottore. E potremo, così, continuare quelle nostre dolci e sincere divagazioni tra città e campagna, tra tradizione e innovazione, tra società mezzadrile e famiglie nobili e borghesi, e quella bella e sana abitudine di parlare … purtroppo, senza una Riserva Biondi Santi, un Punt e Mes o quell’“ammaliante licore”, che è il Moscadello 1970, a scandire le ore del giorno.

In questo 2013 che ci lascia, i miei ricordi ricorrono spessissimo a Lei, ed è mio desiderio ringraziarLa di tutto, ma soprattutto di quelle ore ed ore di conversazione periodiche che facevamo. Momento unico della mia ormai trentennale esperienza di comunicatore e di girovago del mondo del vino d’Italia, di cui Lei è stato uno dei padri nobili e veri signori.


A prescindere dalla qualità del suo vino, dunque, La voglio ricordare nella sua biblioteca o nelle panche del suo camino, angolo unico della Villa del Greppo, come il timbro del suo Brunello. Anche quando tanti suoi colleghi cercavano di affermare la loro supremazia culturale (e, diciamolo, anche di prodotto), Lei non ha mai ceduto alle loro chimere o disquisizioni, tenendo sempre in lontananza polemiche ed atteggiamenti non consoni. Compostezza, signorilità, raffinatezza ed eleganza hanno fatto grande Lei e la sua famiglia, che ha inventato - innovando, quindi - il Brunello, che oggi tanti benefici porta a questo territorio, elementi che si riflettono in quel suo nettare che tanto volte abbiamo assaggiato insieme (e, tra tutte, la Riserva 1891; in foto).


Per questo mi ha fatto piacere scrivere, su richiesta della Montalcinonews, questo breve e semplice ricordo, in queste feste, che come sempre sono sì un momento di allegria, ma soprattutto di condivisione di valori, di raccoglimento negli affetti e di riflessione per le vicende della società contemporanea.

 
Grazie Dottore per avermi raccontato tante storie del Brunello e per avermi trasmesso interesse e passione “per il futuro di queste belle campagne in cui viviamo”.
 
 
Alessandro Regoli
giornalista, direttore Winenews


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