Un palco, quello del Teatro degli Astrusi di Montalcino, l’occasione, la consegna del Premio Casato Prime Donne, e lei, la “Prima Donna” dell’edizione 2013 del premio, Linda Laura Sabbadini, direttore del dipartimento di statistiche sociali e ambientali dell’Istat, ne approfitta per parlare di violenza sulle donne e femminicidio e cercare di sensibilizzare la platea su questo fenomeno che, proprio in Italia, ha numeri sconcertanti.
“Alla base del femminicidio e più in generale della violenza di genere, c’è la storica disparità di potere nei rapporti di genere. La violenza sulle donne si annida infatti nello squilibrio delle relazioni tra i sessi e nel desiderio di controllo, possesso, e dominio da parte maschile. Le sue radici sono millenarie. I femminicidi non sono frutto di un raptus, non arrivano all’improvviso, usare il termine raptus significa assecondare uno stereotipo. Sono solo la punta dell’iceberg di una questione molto più complessa. Le donne che pensano di proteggere i propri bambini subendo in silenzio, in realtà non sanno che espongono i propri figli a questo rischio. La violenza perpetrata contro le donne in presenza dei figli non è grave solo per le donne di oggi, ma anche per quelle di domani. I figli maschi che assistono ad atti violenti contro le madri hanno altissime probabilità di diventare a loro volta autori di violenza quando saranno adulti”. Così la Sabbadini spiega il fenomeno, che nel Belpaese acquisisce numeri sconcertanti e inquietanti.
“Le donne non denunciano questo tipo di violenze sono solo il 10% di coloro che subiscono violenza ad uscire allo scoperto e a denunciare i loro persecutori. Questo succede - raccona la Sabbadini - per tanti motivi. A volte si sottovaluta proprio perché violenza insidiosa, da parte del proprio partner, nella speranza che cambi. A volte si ha difficoltà anche a parlarne con qualcuno (in un terzo dei casi). A volte perché si pensa che sia meglio non denunciare per il bene dei figli, così non perdono la figura paterna. Ma è fondamentale sapere che i figli maschi che assistono alla violenza della madre da parte del padre hanno una probabilità molto più alta degli altri di divenire, a loro volta, autori di violenze e, per le figlie femmine, il rischio è di diventare vittime di abusi.ultimo deterrente, ma non ultimo è la dilagante sfiducia che queste donne hanno sfiducia nelle istituzioni».
Linda Laura Sabbadini, nel suo intervento, in occasione della premiazione e ritiro del riconoscimento “Casato Prime Donne” - che ogni anno la cantina tutta al femminile di Donatella Cinelli Colombini conferisce a donne che valorizzano la presenza femminile nella società e nel lavoro - a lei assegnato a Montalcino sabato scorsopunta i riflettori su un altro aspetto fondamentale del fenomeno: “la violenza di genere - spiega - è estesa, trasversale alle classi sociali, pervade distruggendo la quotidianità di vita delle donne. Puoi essere povera o ricca, istruita o non istruita, del Nord o del Sud del Paese, non emergono sostanziali differenze. Questo significa che c’è un grosso lavoro da fare sul piano culturale e della formazione. Tutte le istituzioni dovrebbero fare di più in questo senso, basta pensare alle scuole, al ruolo dei media fondamentali per diffondere le informazioni, e rompere con gli stereotipi, valorizzando e sostenendo il prezioso contributo dei centri anti-violenza e dell’associazionismo femminile sul territorio. Ben vengano anche iniziative come il Premio Casato Prime Donne, voluto da Donatella Cinelli Colombini che da sempre con il suo esempio e con i suoi progetti mette in evidenza il valore sociale e civile delle donne”.
dati a cura di 3BMeteo
14 dicembre 2024 19:30