Lasagne alle verdure, ranocchie in umido, crostini di fegatini e polpette avvolte con sedani fritti rifatti in umido, ma anche pinci con le briciole e pollo fritto. Questi alcuni piatti della cucina toscana che, famosa in tutto il mondo, è riuscita far innamorare migliaia di persone. La maggior parte di questi piatti, creati per non sprecare gli avanzi di una cena, o per poter sfamare un gran numero di figli, nasce dalla tradizione contadina ed è caratterizzato dalla genuinità degli ingredienti che, tramite una filiera davvero cortissima, provenivano dalla fattoria o, al massimo, da quelle delle vicinanze. Riscoprire, assaporare e immergersi nei sapori del passato: questo il compito di “Orcia a Tavola”, la kermesse gastronomica d’eccellenza giunta all’edizione numero 11, di scena (a partire dalle ore 20) da venerdì 23 a domenica 25 agosto 2013 a Sant’Angelo Scalo, la piccola frazione nel Comune di Montalcino. Una maratona in tre tappe di “cene culturali”, un viaggio nel tempo e nel gusto, alla ricerca delle antiche ricette di Montalcino e del suo territorio.
Un appuntamento “goloso”, lungo le vie del paese allestite per l’occasione, tra i piatti della tradizione contadina spesso dimenticati o caduti in disuso, un modo, per difendere e diffondere i gusti antichi e far esplorare e scoprire un territorio che ormai è l’emblema, con il suo Brunello e le pietanze tipiche, del made in Italy nel mondo.
Una manifestazione gastronomica dal titolo “La cucina della memoria”, un modo per onorare la tradizione ma, anche, un modo per riflettere su quanta strada abbia fatto il cibo nel corso dei secoli, e su come, in un’epoca di globalizzazione, i mutamenti dell’alimentazione siano stati spesso influenzati dai cambiamenti storici e sociali. “Ognuno crede a le ragioni sue disse er camaleonte al rospo: Come fai? Io cambio sempre e tu non cambi mai. Credo che ce sbajamo tutt’e due”. Così scrisse Trilussa (Carlo Alberto Salustri), poeta romano dell’inizio del secolo scorso, e questo sonetto si sposa bene con il tema di “Orcia a Tavola” di quest’anno. La tradizione non è un mostro sacro immobile e assoluto; nessun piatto, nessuna vivanda si presenta oggi con le sesse caratteristiche con cui si presentava nel passato. Il tempo lavora più o meno velocemente, ma lavora. È per questo che l’uomo si deve fidare della propria “memoria involontaria” che, al contrario di quella “volontaria”, legata a processi di apprendimento intellettivo che ha breve durata, si forma in modo incosciente e risulta essere più persistente e duratura. E l’intento di questo percorso culinario è proprio quello di risvegliare il gusto e i sapori della memoria dei commensali che parteciperanno a “Orcia a Tavola”, edizione 2013.
dati a cura di 3BMeteo
14 dicembre 2024 19:30