È il metodo cosiddetto degli “antociani” e non quello del DNA quello più efficace e sicuro per tracciare l’origine del vino contenuto in ciascuna bottiglia di Brunello. Così comunica il Consorzio del Brunello di Montalcino a conclusione del convegno “Tracciabilità del Sangiovese a Montalcino: ricerche e sperimentazioni per l’identificazione dell’origine”, organizzato dal Consorzio del Vino Brunello di Montalcino e che ha riunito nella capitale del Brunello i maggiori esperti italiani del settore.
Un metodo risultato più attendibile rispetto a quello del DNA, che attualmente non consente risultati scientificamente riproducibili per un controllo sicuro ed esteso su tutta la produzione e soprattutto non è sufficiente a stabilire la purezza di un vino, ma solo se quel tipo di varietà (in questo caso Sangiovese) è presente, senza escludere quella di altri.
“Ringraziamo innanzitutto i ricercatori che hanno contribuito, con la loro esperienza e la loro serietà, a rendere possibile questo nostro sogno, che coltiviamo da molto tempo, di individuare un metodo scientifico per la tracciabilità del vino - ha commentato il Presidente del Consorzio del Brunello di Montalcino Fabrizio Bindocci. Crediamo sia un importante risultato, non solo per il panorama italiano ma anche per il settore enologico internazionale. Il merito va tutto ai ricercatori che hanno lavorato ai progetti, ma siamo fieri e orgogliosi di aver creato un “precedente” e contribuito, anche se indirettamente, allo sviluppo di un metodo di riferimento”.
Uno sviluppo non da poco vista l’importanza che sempre più sta assumendo la tracciabilità del vino, soprattutto di quei vini che contribuiscono a tenere alta l’immagine dell’Italia nell’enologia mondiale e che sul mercato internazionale hanno il suo sbocco più importante. Rassicurare gli enti che a livello internazionale presiedono al controllo di qualità, sicurezza e tracciabilità è un traguardo importante. Offrire loro una metodologia scientifica per farlo è uno strumento molto forte ed efficace a supporto dei produttori e del territorio, nonché un attestato di credibilità ed autorevolezza. Al convegno erano infatti presenti anche il Presidente di Federdoc Riccardo Ricci Curbastro e Oreste Gerini in rappresentanza della Direzione Nazionale dell’ICQRF del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali.
Il Consorzio del Brunello, prima di altri, si è posto il problema della tracciabilità del prodotto e nel 2008 ha affidato un progetto di studio dei metodi per la tracciabilità varietale e geografica del Brunello di Montalcino a Fulvio Mattivi, coordinatore del Dipartimento Qualità Alimentare e Nutrizione presso il Centro Ricerca ed Innovazione della Fondazione Edmund Mach Istituto di San Michele all’Adige, riconosciuto anche dal Ministero e dalla Repressione Frodi.
E il convegno di ieri ha premiato il lavoro svolto dal Consorzio del Brunello di Montalcino. La diretta streaming, altra novità del Consorzio, che ha permesso anche a chi non poteva essere a Montalcino di assistere al dibattito, ha riscosso un enorme successo. Una media di 300 visitatori ha seguito su internet il convegno raggiungendo anche picchi d’ascolto di 750 contatti.
dati a cura di 3BMeteo
29 novembre 2024 08:00