“Era l’ottobre 2003 quando i consorzi di tutela delle denominazioni italiane ottennero di poter sviluppare un’attività sperimentale dedicata ai controlli di filiera sul vino al principio soltanto sperimentali poi divenuti, negli anni, obbligatori”. Così Riccardo Ricci Curbastro, presidente di Federdoc in una intervista alla Montalcinonews in occasione del convegno, promosso dal Consorzio del Vino Brunello di Montalcino, sulla “Tracciabilità del Sangiovese a Montalcino: ricerche e sperimentazioni per l’identificazione dell’origine”, in cui sono state messe a confronto le linee di ricerca più avanzate che si stanno muovendo dentro a questo percorso affascinante, che ha nella metodica genomica e in quella chimico-analitica i suoi punti di riferimento.
“Questo tipo di controlli, 10 anni fa, era una vera e propria novità - ricorda Riccardo Ricci Curbastro - soprattutto perché l’Italia era, e, ancora oggi, continua ad essere, l’unico Paese a tracciare ogni singola partita di vino”. Il presidente di Federdoc pone l’attenzione sull’importanza del fatto che proprio da Montalcino, il territorio del Brunello, uno dei vini più conosciuti, apprezzati e rinomati al mondo, sia emerso, oggi, un modello che può essere seguito anche da altri territori e altre denominazioni, un benchmark da utilizzare da chi crede nella tutela delle eccellenze italiane. “Il fatto che a Montalcino - conclude il presidente Ricci Curbastro - si sia andati oltre dimostra che il nostro mondo non è solo fatto di tradizione ma è anche capace di innovare e affiancare all’immancabile e inrinunciabile tradizione, l’innovazione e Montalcino e il Consorzio del Brunello sono all’avanguardia in questo”.
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