Quei “maledetti” vini “toscani”

Curzio Malaparte Maledetti Toscani“Guardateli in faccia: i toscani veri - queste le parole, tratte dal celebre romanzo “Maledetti Toscani”, dello scrittore e giornalista italiano, Curzio Malaparte - Per riconoscerli basta guardarli in faccia … Tutti i toscani si assomigliano fra loro, ed è nel colore degli occhi che li riconosci, che sono chiari, dànno sul grigio, son del colore del cielo toscano” …. e potremo aggiungere che, il loro ritratto, lo ritrovi tanto nei paesaggi quanto nei vini, nati nella terra degli etruschi, forti e muscolosi, austeri e di carattere, come il Brunello di Montalcino. Il popolo senese, in particolare, ha un accento -secondo Malaparte - garbato, raffinato, che si riflette anche sulla pittura: gli artisti senesi, infatti, dipingevano le proprie Madonne e i loro “cittini” con tratti delicati. “Manine, nasini, gotine, bocchine, capellini, bambine, braccine, piedini, ditini: e le ali, le alette, le aline degli Angeli, paiono ali di mosca, argentee e trasparenti, e le nuvole su cui siedono le Madonne paiono fiati, fiatini, fraticelli di bocche malate e i monti lontani, in cui riconosci l’Amiata, il Cetona, Radicofani, e i poggi di Colle d’Elsa, di San Gimignano, di Montalcino, di Montepulciano, paiono mucchietti di terra, e i cieli spicchi di cielo, e i campi campielli. E in quell’universo di persone gentili, a modino, con le manine pallide, i nasini rosei, gli occhini azzurri, e di alberelli verdi, di fiumi rosei, di olivi d’argento, di strade bianche e turchine, spira un’aria di casa, un’aria senese: un’aria che basta un pittore fiorentino a respirartela tutta in una boccata sola”. Ma la grazia, soprattutto delle donne del senese, è correlata anche ad una forza, ad una tenacia e ad una energia che, tra lo sbigottimento degli uomini, rendere salve Siena e Montalcino, ultimi baluardi della libertà toscana. “Spirano tanta cortesia, tanta modestia, tanta angelica innocenza, che le soldatesche spagnole si ruppero le corde del collo dal gran ridere (e anche gli uomini, mi dispiace dirlo, anche gli uomini di tutta Italia, così fieri di esser maschi, si sbellicarono dalle risa), quando Montluc, ridotto agli estremi, chiamò le donne senesi alla difesa di Siena e di Montalcino, ultimi baluardi della libertà toscana, e italiana. Non so, io uomo, se arrossire di vergogna o impallidire di commozione, al pensiero che siano state proprio le gentili donne senesi a difendere fino alla morte la libertà della Toscana e dell’Italia, che è una libertà di genere maschile: e con un coraggio e una grazia, di cui lo stesso Montluc, francese e perciò buon intenditore e amante della grazia femminile, ne rimase incatenato e insieme atterrito. Poiché non v’è nessuna donna al mondo che eguagli una donna senese nell’arte dell’ammazzare con grazia”.
È dagli occhi dei toscani, “spicchi di cielo sopra campi e campicelli”, vari tanto quanto i panorami e i dialetti che li contraddistinguono, che si può capire il carattere, tanto delle persone quanto dei vini, oggi blasonati, ben presenti in un panorama enoico mondiale e, sopratutto, in grado di competere, e vincere, con io grandi terroir, come lo Champagne e Bordeaux.
E se anche Bacco si era fermato in Toscana alla ricerca dell’ebrezza, la classifica delle mete predilette del turismo enologico conferma la supremazia della terra degli Etruschi. Nella classifica “Traveller’s Choice Wine Destination Award” stilata dal sito internet TripAdvisor, sulla base delle recensioni dei viaggiatori e winelover da tutto il mondo, risulta essere proprio la Toscana, battendo la concorrenza francese, la meta preferita per gli amanti del turismo enologico.
“E non perchè noi toscani - continua Malaparte - siamo migliori o peggiori degli altri, italiani o stranieri, ma perchè, grazie a Dio, siamo diversi da ogni altra nazione … forse perchè, quando si tratta di essere migliori o peggiori degli altri, ci basta di non essere come gli altri … ”.
Lo stile di vita, il territorio e le persone, sono quindi riflesse nei toscani e nella Toscana dei grandi vini, Brunello in testa, e garantite certo, dalle tradizioni secolari e da una buona gestione della sua immagine nel mondo. E se i toscani, con i loro modi di fare “sono ironici e sardonici. Ridono quando gli altri piangono. E se gli altri ridono, loro guardano” … potremmo definire il Brunello un agente sociale, in grado di ammorbidire i loro animi.
Il popolo senese, in particolare, ha un accento -secondo Malaparte - garbato, raffinato, che si riflette anche sulla pittura: gli artisti senesi, infatti, dipingevano le proprie Madonne e i loro “cittini” con tratti delicati. “Manine, nasini, gotine, bocchine, capellini, bambine, braccine, piedini, ditini: e le ali, le alette, le aline degli Angeli, paiono ali di mosca, argentee e trasparenti, e le nuvole su cui siedono le Madonne paiono fiati, fiatini, fraticelli di bocche malate e i monti lontani, in cui riconosci l’Amiata, il Cetona, Radicofani, e i poggi di Colle d’Elsa, di San Gimignano, di Montalcino, di Montepulciano, paiono mucchietti di terra, e i cieli spicchi di cielo, e i campi campielli. E in quell’universo di persone gentili, a modino, con le manine pallide, i nasini rosei, gli occhini azzurri, e di alberelli verdi, di fiumi rosei, di olivi d’argento, di strade bianche e turchine, spira un’aria di casa, un’aria senese: un’aria che basta un pittore fiorentino a respirartela tutta in una boccata sola”. Ma la grazia, soprattutto delle donne del senese, è correlata anche ad una forza, ad una tenacia e ad una energia che, tra lo sbigottimento degli uomini, rendere salve Siena e Montalcino, ultimi baluardi della libertà toscana. “Spirano tanta cortesia, tanta modestia, tanta angelica innocenza, che le soldatesche spagnole si ruppero le corde del collo dal gran ridere (e anche gli uomini, mi dispiace dirlo, anche gli uomini di tutta Italia, così fieri di esser maschi, si sbellicarono dalle risa), quando Montluc, ridotto agli estremi, chiamò le donne senesi alla difesa di Siena e di Montalcino, ultimi baluardi della libertà toscana, e italiana. Non so, io uomo, se arrossire di vergogna o impallidire di commozione, al pensiero che siano state proprio le gentili donne senesi a difendere fino alla morte la libertà della Toscana e dell’Italia, che è una libertà di genere maschile: e con un coraggio e una grazia, di cui lo stesso Montluc, francese e perciò buon intenditore e amante della grazia femminile, ne rimase incatenato e insieme atterrito. Poiché non v’è nessuna donna al mondo che eguagli una donna senese nell’arte dell’ammazzare con grazia”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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