Fabbriche di Torrenieri, in arrivo nuove “idee”

Bonificare l’area, demolire le strutture esistenti, edificare nuovi complessi produttivi, nel rispetto dei volumi già occupati, creare nuove attività artigianali e commerciali e, quindi, posti di lavoro. È questa l’idea di recupero che Silvio Franceschelli, sindaco di Montalcino, nelle prossime settimane, presenterà al presidente della Regione Toscana Enrico Rossi per riqualificare la zona industriale di Torrenieri. Un dialogo con la Regione Toscana iniziato il 30 aprile 2012 con la visita di Rossi: “ferma volontà di offrire - aveva dichiarato Rossi, davanti allo stabilimento Crocchi - un tavolo di trattative e di concertazione anche verso la proprietà privata. Se non ci muoviamo in questa direzione, si corre il rischio che prevalga il degrado”. Con la proprietà dello stabilimento Crocchi (nato nel 1878 con il nome Sils) sono
già iniziate delle trattative però “il recupero sarà molto oneroso perché - spiega  Franceschelli - l’area dovrà essere prima bonificata”. Se la situazione delle Ceramiche Senesi, su cui pende una procedura concorsuale, è lontana da una soluzione, per la zona occupata dello stabilimento Crocchi il Comune progetta un’area attrezzata per la logistica, i trasporti, i servizi, il deposito, il commercio e la riparazione di attrezzature agricole, o, ancora, la produzione di scatole e imballaggi, lo stoccaggio di materiale, come il vino, e, forse, anche attività commerciali in stile discount e un laboratorio per la birra. L’idea è insediare nuove attività produttive legate alla filiera del vino, ma non solo, anche
commerciali, perché Torrenieri è ben collegata con molti centri urbani che potrebbero tornare a orbitare sull’antica “Mansio”. Il progetto, se andrà in porto, richiederà tempi di attuazione molto lunghi, per questo, il Comune di Montalcino vorrebbe completare ed estendere un’altra area vicina alle vecchi fabbriche, quella di Pian dell’Asso. Ma, mentre le imprese chiedono, su questa zona, nuovi spazi per l’ampliamento delle attività, la Provincia di Siena ha definito l’area “da delocalizzare”.