È l’autunno del 1943 quando, dopo l’armistizio dell’8 settembre e la nascita del Comitato di Liberazione Nazionale, anche a Montalcino, nel territorio che si espande tra la provincia di Siena e Grosseto, dove, grazie alla vastità dei boschi praticamente impenetrabili e le numerose località isolate e dal difficile accesso, si organizza un Comitato - formato delle “Brigate Garibaldi” con la Divisione “Spartaco Lavagnini” nella quale affluiscono i giovani renitenti delle zone vicine - e inizia la lotta partigiana. All’atto del formale reclutamento ognuno sceglie il “nome di battaglia”: Tempesta, Sereno, Fracassa, Scoiattolo, Bufera, Giacobbe, Muscolo, e Bronzino. C’è anche un gruppo di giovanissimi - Pasqua, Gip, Bigio, Dava, Micio, Berretto, Fucile e Linge - del quale fanno parte anche alcune ragazze, per collegamenti, servizio di staffette partigiane e approvvigionamenti. Tutti giovani uniti dalla voglia di essere liberi, dalla necessità di sentirsi utili e dal bisogno di sostenere le forze alleate venute per restituire speranza e libertà agli italiani. È il 19 febbraio, quando alcuni agenti in borghese arrestano il “Mao” (Bruno Massoni), Mery Paccagnini, Spartaco Cappelli (Berretto), Gino Pierangioli (Fucile), Soccorso Boccardi (Bocco) ed altri compagni del “Gruppo Giovani”, unitamente al “Maggiore”. Il giorno successivo i fermati sono sottoposti ad interrogatorio sotto una prolungata doccia fredda. Dopo una settimana Pippo ed il Maggiore vengono rilasciati, gli altri sono tradotti alle carceri di Santo Spirito. ed internati a Fossoli, Da qui solo “Stioppo” torna a Montalcino; tutti gli altri, dopo un mese, sono inviati nel famigerato campo di sterminio nazista di Mauthausen. Ma è 14 aprile che Montalcino subisce il “battesimo del fuoco”. Gli aerei alleati sono fatti oggetto di raffiche sparate da una pattuglia di guardie repubblicane; la reazione è fulminea, l’ultimo aereo inverte il volo mitragliando la zona intorno alla Fortezza ed in particolare la strada della circonvallazione. Dopo l’incursione si raccolgono vicino al campo sportivo ed alla curva della circonvallazione due morti – Pietro Ferretti e Gino Palazzi – ed un ferito – il giovane Leonardo Mazzi. La lotta partigiana prosegue: l’8 maggio viene assaltata la caserma di Castelnuovo dell’Abate e, in un combattimento a fuoco, carabinieri e militi vengono disarmati. Alle spalle dei partigiani si muovono gli alleati che, nella notte tra il 15 ed il 16 nei boschi vicini a Casa di Colle, dagli aerei lanciano numerosi paracadute con armi automatiche, vestiario, materiale sanitario e generi di conforto. E così tra imboscate, rappresaglie, arresti e rastrellamenti, arriva finalmente il 27 giugno dopo giorni di cannoneggiamenti, Montalcino viene liberata dalle avanguardie del Corpo di Spedizione Francese del generale Duval. Il 15 gennaio 2013, a Rigosecco, verrà celebrato il ricordo della Resistenza.
dati a cura di 3BMeteo
20 settembre 2024