Una scienziata, una vita dedicata alla ricerca, il Premio Nobel per la medicina nel 1986, questo era Rita Levi Montalcini, scomparsa ieri all’età di 103 anni, ma non solo. Dal 1992 era anche cittadina onoraria della città del Brunello. “Decidemmo di donarle la cittadinanza onoraria - spiega Mauro Guerrini, l’ex sindaco di Montalcino che all’epoca consegno le chiavi della Città alla scienziata - quando scoprimmo che il suo cognome derivava dal fatto alcuni suoi avi, in epoca ormai lontanissima, vissero, per un periodo di tempo, proprio nella città del Brunello”. Tutti a Montalcino ricordano la solenne cerimonia, al Teatro degli Astrusi, durante la quale Rita Levi Montalcini ricevette le chiavi della città. “Era una donna vivace - prosegue Guerrini - molto dinamica e fu felicissima di quell’importante riconoscimento. Ricordo con piacere quel pomeriggio perché fu un onore poter annoverare fra i nostri cittadini, anche se in modo simbolico, un personaggio di grande importanza che grazie al suo lavoro aveva ottenuto il più alto e ambito riconoscimento, il Nobel per la medicina, a livello mondiale”.
Ma i contatti con la Montalcini, per la città del Brunello, non finirono nel 1992, in occasione del suo centesimo compleanno, l’ex sindaco Maurizio Buffi si recò a Roma, nella sede della fondazione intitolata alla stessa Montalcini, per portarle in dono la “riproduzione autentica del conio della Repubblica senese in Montalcino” (1555 - 1559). Buffi, in quell’incontro disse: “Ci onora particolarmente consegnare questa moneta simbolo della difesa delle libertà in quanto la nostra concittadina Rita Levi Montalcini è un’eccezionale espressione di conoscenza scientifica e interprete della ricerca di libertà dei popoli dalle oppressioni”, riferendosi a quando, nel 1938, lei, di origine ebraica, fu costretta a causa delle leggi razziali a trasferirsi in Belgio, dove con eccezionale forza di volontà continuò le sue ricerche in un laboratorio fatto in casa. Rita Levi Montalcini fu commossa dal dono e dalle parole del sindaco ed espresse la volontà di ritornare presto a visitare Montalcino. Nell’incontro, a sua volta donò al sindaco alcune delle sue più note pubblicazioni definendo Montalcino “una città bellissima, piena di storia e di cultura”. Uno scambio che certamente, almeno da un punto di vista simbolico, fu di grande importanza visto che dopo aver ricevuto sia le chiavi della città che la moneta simbolo della repubblica senese ricambiò con la consegna dei preziosi frutti del suo lavoro.