E’ il luogo del loro lavoro quotidiano ed il veicolo della loro immagine nel mondo, ma per continuare a presidiare il paesaggio, accanto all’aspetto puramente produttivo, ora come in futuro, e nonostante il difficile momento economico, con i tagli di risorse che incombono, una burocrazia complessa e dai tempi incredibilmente lunghi e una crescente competitività sui mercati internazionali, le aziende del vino italiano chiedono che il ruolo dell’agricoltura come custode di quello che è il vero valore aggiunto delle nostre produzioni di eccellenza, il territorio appunto, non sia visto e considerato come un obbligo, ma come un’opportunità che per concretizzarsi deve ricevere anche il sostegno di decisioni politiche che si traducano in obbiettivi concreti, concertazione programmatica e piani integrati con gli altri settori economici e sociali, una migliore distribuzione delle risorse. Dal Chianti Classico al Brunello di Montalcino, al Nobile di Montepulciano, a dirlo sono i più importanti Consorzi del vino di Toscana e prestigiose aziende del territorio come Antinori e Frescobaldi, nell’incontro-dibattito “Viticoltura e gestione del territorio: il Nuovo Piano Paesaggistico della Regione Toscana”, di scena oggi a Montalcino, promosso dalle Città del Vino, e in cui la Regione Toscana ha illustrato il “work in progress” del Nuovo Piano Paesaggistico della Regione Toscana.
“Il paesaggio vitivinicolo - ha detto il presidente delle Città del Vino Giampaolo Pioli - deve essere oggetto di un’attenzione particolare, per valorizzarlo e conservarlo come un vero e proprio patrimonio culturale. Bisogna tradurre in pratica, con norme e regolamenti, che il paesaggio ha un valore identitario, economico e turistico, e rappresenta il vero valore aggiunto delle nostre produzioni, componente essenziale della competitività dei nostri territori”. “Il vino non si vende solo per la sua qualità - ha ricordato Ermanno Morlacchetti, agronomo della tenuta Castel Giocondo di Marchesi de’ Frescobaldi - i consumatori vogliono essere partecipi della sua produzione, visitando prima di tutto le aziende ed i territori di persona”. Ma, per le aziende, ha ricordato il presidente del Consorzio del Brunello di Montalcino Fabrizio Bindocci, “il paesaggio rappresenta anche il luogo di lavoro quotidiano, oltre che il veicolo della nostra immagine nel mondo”, ed è soprattutto in un momento difficile come questo, che le stesse aziende possono dare un contributo importante a mantenerlo, in termini di risorse e di idee.
“Per questo - secondo Giuseppe Liberatore, direttore del Consorzio del Chianti Classico - occore passare da una conservazione passiva, fatta soprattutto di divieti, ad una attiva, con un nuovo sistema di incentivi per gli agricoltori, una semplificazione degli oneri burocratici ed una migliore distribuzione delle risorse”, aspetti “fondamentali per la sopravvivenza delle aziende, di un settore, che, comunque, va ricordato, è tra i pochi ad andare controtendenza”, ha detto Andrea Natalini, vice presidente del Consorzio del Nobile di Montepulciano.
“L’efficienza economica è fondamentale per potersi reggere - ha sottolineato Fabio Ratto, direttore dell’azienda Le Mortelle di Marchesi Antinori - l’importanza estetica del paesaggio viene supportata solo quando l’attività delle aziende porta una remunerazione che permette di investire parte del proprio reddito sul territorio. Ma non chiediamo solo incentivi, ma anche di poter lavorare, e spesso ci troviamo di fronte ad una burocrazia che ce lo impedisce anche per anni: non si può intervenire sul paesaggio solo ogni tanto, ma con continuità, di pari passo con il mutare del suo potenziale”.
“I piani territoriali ed urbanistici - ha detto l’assessore all’Urbanistica della Regione Toscana Anna Marson - dovrebbero essere strumenti per regolare un contratto tra soggetti diversi eliminando gli effetti negativi. Non sempre ci riescono ma questo è il nostro obbiettivo. Per prima cosa il Nuovo Piano Piano Paesaggistico della Regione Toscana vuole aumentare la consapevolezza in tutti i suoi interlocutori - Comuni, associazioni di categoria, cittadini, produttori di paesaggio, coloro cioè, come le aziende, che con la loro attività contribuiscono a trasformarlo ed innovarlo - del valore del paesaggio stesso. Nella competizione globale attuale ci sono pochi contesti in cui il territorio rappresenta un vero valore aggiunto come in Toscana. Tutti insieme dobbiamo capire come riprodurre il valore di questo paesaggio, conservandolo ma anche innovandolo, di pari passo con le esigenze produttive ed economiche delle aziende”. “602 km di superficie vitata, vasta e varia, sparsa in tutta la regione - ha concluso l’architetto Pier Carlo Tesi, coordinatore del progetto Piano Regolatore delle Città del Vino - è un numero che da solo basta per testimoniare l’importanza della viticoltura in Toscana, e il ruolo che ha nel caratterizzare il suo paesaggio. L’agricoltura e la viticoltura sono importanti motori dell’economia e allo stesso tempo potenti “creatori” di paesaggio. E i due aspetti devono coincidere”.
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