Un appello sul riordino delle Province e dei nuovi assetti istituzionali, per salvaguardare le competenze territoriali, rivedere i parametri di legge e tutelare la vocazione storico-culturale di Siena come capoluogo, è quello lanciato e firmato unitariamente da i 35 sindaci della provincia di Siena - tra cui compare anche il sindaco di Montalcino, Silvio Franceschelli - indirizzato alla Regione Toscana, al Consiglio delle autonomie locali, all’Anci e all’Upi Toscana per deliberare una proposta che chieda al governo di riconoscere il rispetto di uno soltanto dei due parametri previsti dalle legge.
In merito al tema del riordino delle Province e dei nuovi assetti istituzionali - si legge nell’appello - ribadiamo la nostra contrarietà a una riforma che si prospetta come un pasticcio istituzionale, recando danni ai territori, che non porterà a risparmi rilevanti ma che finirà per allontanare i servizi dai cittadini. La legge, allo stato attuale, cancella la Provincia di Siena, smantellando funzioni determinanti per lo sviluppo e la crescita economica del nostro territorio. L’Italia, invece, ha bisogno di una riforma organica del sistema istituzionale a tutti i suoi livelli e di una pubblica amministrazione più efficiente. Tra le storture più rilevanti della legge, c’è la questione delle differenti competenze affidate alle nuove Province e alle Città metropolitane: ai nuovi enti di secondo grado rimarranno soltanto alcune funzioni gestionali e residuali, mentre alle città metropolitane andranno competenze strategiche, come il coordinamento delle politiche di sviluppo, e sarà garantita un’enorme autonomia statutaria. Per legge, ci saranno quindi territori di serie A e di serie B e una centralizzazione dei poteri sui capoluoghi di Regione. In Toscana le scelte strategiche su economia, lavoro e sviluppo, ad esempio, passeranno da Firenze, mentre ai nuovi enti di secondo grado rimarranno soltanto attività gestionali. La Provincia - ricordano ancora i sindaci nell’appello - svolge un lavoro di coordinamento e promozione molto importante per quanto riguarda lo sviluppo economico, il lavoro, l’agricoltura, il turismo e la formazione. Queste funzioni devono rimanere di competenza delle amministrazioni provinciali. È necessario analizzare funzioni e competenze oggi sovrapposte tra i vari livelli istituzionali, senza però procedere a un allontanamento delle funzioni e dei servizi dal territorio. Siena è disponibile a ragionare di un’aggregazione di area vasta che vada oltre i parametri di legge e porti all’individuazione di tre sole province in Toscana. Se, come sembra, questo disegno sta tramontando, è evidente che dovranno essere rivisti i parametri di legge che stanno penalizzando fortemente il nostro territorio. La Toscana, da sempre terra di buon governo locale, deve prospettare un disegno di riorganizzazione complessiva degli assetti istituzionali che possa andare oltre un’applicazione pedissequa della legge. Noi chiediamo una deroga per la Provincia di Siena, che tenga conto solo della dimensione territoriale come criterio per definirne l’autonomia. Per la sua storia, il prestigio nazionale e internazionale delle sue istituzioni e per la sua posizione geografica - prosegue l’appello - Siena ha tutte le carte in regola per poter continuare a svolgere il ruolo di capoluogo. Il numero degli abitanti non è assolutamente un criterio adeguato per la scelta e la collocazione del capoluogo, Siena possiede le caratteristiche tipiche delle grandi realtà urbane: è tra le città d’arte italiane più conosciute e apprezzate nel mondo, è sede di due università di rilievo nazionale e internazionale, di un’Azienda Ospedaliera e di altre importantissime Istituzioni e soprattutto, oltre ai residenti, vi è una presenza costante di migliaia di turisti e di persone cha hanno a Siena la propria sede di lavoro. La proposta di un’aggregazione tra Siena e Grosseto e la conseguente perdita del capoluogo per la nostra Provincia è inaccettabile, perché si basa solo su criteri numerici, senza valutare gli elementi storici, sociali ed economici e non tiene conto delle implicazioni negative per i cittadini”.
Focus: L’elenco dei sindaci firmatari dell’appello
Comune di Castelnuovo Berardenga – Sindaco Roberto Bozzi
Comune Trequanda – Sindaco Roberto Machetti
Comune Torrita di Siena – Sindaco Giordano Santoni
Comune Sovicille – Sindaco Alessandro Masi
Comune Sinalunga – Sindaco Maurizio Botarelli
Comune Sarteano – Sindaco Francesco Landi
Comune San Quirico d’Orcia – Sindaco Roberto Rappuoli
Comune San Giovanni d’Asso – Sindaco Michele Boscagli
Comune San Gimignano – Sindaco Giacomo Bassi
Comune San Casciano dei Bagni - Sindaco Franco Picchieri
Comune Rapolano Terme - Sindaco Emiliano Spanu
Comune Radicondoli - Sindaco Emiliano Bravi
Comune Radicofani - Sindaco Massimo Magrini
Comune Radda in Chianti - Sindaco Alessandro Aterini
Comune Poggibonsi – Sindaco Lucia Coccheri
Comune Pienza – Sindaco Fabrizio Fè
Comune Piancastagnaio – Sindaco Fabrizio Agnorelli
Comune Murlo – Sindaco Antonio Loia
Comune Monticiano – Sindaco Sandra Becucci
Comune Monteroni d’Arbia – Sindaco Jacopo Armini
Comune Monteriggioni - Sindaco Bruno Valentini
Comune Montepulciano - Sindaco Andrea Rossi
Comune Montalcino – Sindaco Silvio Franceschelli
Comune Gaiole in Chianti – Sindaco Michele Pescini
Comune Colle di Val d’Elsa – Sindaco Paolo Brogioni
Comune Chiusi – Sindaco Stefano Scaramelli
Comune Chiusdino – Sindaco Ivano Minocci
Comune Chianciano Terme – Sindaco Gabriella Ferranti
Comune Cetona – Sindaco Fabio Di Meo
Comune Castellina in Chianti – Sindaco Marcello Bonechi
Comune Casole d’Esa – Sindaco Piero Pii
Comune Buonconvento – Sindaco Marco Mariotti
Comune Asciano – Sindaco Jacopo Pianigiani
Comune Abbadia San Salvatore – Sindaco Lorenzo Avanzati
Comune Castiglione d’Orcia – Sindaco Fabio Savelli