È di scena, proprio in questi giorni a Montalcino (dal 30 agosto al 4 settembre), il “Laboratorio internazionale di storia agraria”, la summer school, promossa dal “Centro di studi per la storia delle campagne e del lavoro contadino”, che da 15 anni, all’agriturismo “La Crociona” di Montalcino è dedicata allo studio della filosofia, dei valori e degli ideali promossi dal lavoro contadino che è riuscito, nei secoli, a produrre un vero e proprio movimento culturale. A spiegare, ai microfoni della Montalcinonews, l’importanza di questo progetto è il professor Massimo Montanari, grande storico dell’alimentazione a livello europeo e docente all’Università di Bologna, nonché presidente e direttore scientifico del Laboratorio. “Una scommessa, questa del “Laboratorio di storia agraria”, fatta 15 anni fa, che si è rivelata una scommessa vincente e ci fa capire che, in qualche modo, forse ce l’abbiamo fatta. In Montalcino abbiamo trovato l’ambiente giusto, anche dal punto di vista istituzionale, che ci ha permesso di rendere duratura nel tempo questa attività a cui teniamo molto. Il nostro scopo è di rielaborare dei temi che riteniamo essenziali per la comprensione della storia, che, siamo convinti, sia il mezzo giusto per capire il presente ed affrontare il futuro. Essere a Montalcino significa essere in un territorio dove la campagna, l’agricoltura e il lavoro contadino ha ancora oggi come nel passato un’importanza essenziale quindi un territorio e una cultura legata ad esso che tutt’oggi si respira e che ci circonda”.
Entrando nello specifico della tematica del laboratorio di quest’anno - “Boschi e incolti, nell’economia europea fra medioevo e età moderna” - il professor Montanari fa una precisazione: “anche se nell’immaginario collettivo i boschi sembrano esulare da ciò che il lavoro agricolo rappresenta, risultano essere, invece, parte integrante del sistema agrario medievale e moderno, collegandosi a degli aspetti del paesaggio che si legano indissolubilmente al lavoro e alla cultura contadina. Il paesaggio vario e scelte economiche diversificate del Medioevo, che avevano come obiettivo la sopravvivenza e andavano in favore della biodiversità agevolando una vita non troppo precaria, ci aiutano a riflettere su quanto la storia sia importante per capire ed affrontare presente e futuro”.
Argomenti importanti - quelli affrontati negli anni all’interno del laboratorio - per le nuove generazioni che si approcciano ai mondi, diversi ma che viaggiano su binari paralleli, dello studio e del lavoro, che vedono un cambiamento di tendenza tra i più giovani. Spiega il professor Montanari: “ci sono molti ragazzi che si interessano a questi temi dal punto di vista della curiosità storica, che vengono, sempre di più, affiancati da giovani che nutrono un forte interesse che non si ferma all’aspetto teorico e culturale, ma che si estende alla manualità, al lavoro e all’economia. Ci sono molti giovani, in tutta Italia che ritornano alla campagna per fare dei lavori legati alla produzione e che si dedicano a lavori che sembravano un pò passati di moda nelle società post-industriali ma che invece oggi stiamo, per fortuna, recuperando. Credo che sia una tendenza che avrà un futuro importante - conclude Montanari - perchè, anche da un punto di vista economico, può rendere molto: non risulta essere, quindi, solo un’archeologia del passato ma una proposta interessante e promettente per il futuro”.
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