Per capire l’evoluzione di una società possiamo imparare molto osservandola con la lente della storia delle donne. A Montalcino, fin dal Medio Evo, l’educazione delle fanciulle dei ceti superiori avviene in casa ed è finalizzata al matrimonio. Dal Cinquecento esiste a Montalcino un convento femminile che, insieme all’Alunnato dello Spedale, viene incontro alle famiglie per l’educazione e il controllo delle donne. La donna è vista come elemento chiave delle alleanze tra case, finalizzate ad ascese sociali o al mantenimento del ruolo. Avere molte figlie femmine costituisce un problema per il lignaggio, ed i conventi femminili funzionano proprio da equilibratori. Se le femmine delle classi più abbienti erano destinate al convento o al matrimonio di interesse, quelle di famiglie modeste trascorrevano le giornate in casa, tra lavori di cucina o telaio. Inutile sottolineare i rivoluzionari cambiamenti avvenuti, nell’intera società e nella condizione femminile: oggi, a Montalcino, sono tante le aziende guidate da donne, per non parlare di una crescente componente femminile anche nei mestieri considerati di appannaggio maschile (enologo, agronomo …). Da angeli del focolare ad imprenditrici.
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“…Mia bisnonna Elina Padelletti e mio bisnonno Pio Colombini appartenevano indubbiamente a quella che voi definite la classe più abbiente, eppure si sposarono solo per amore. È un fatto noto in famiglia, e siamo nell’Ottocento. Tra i miei vi posso citare moltissimi altri casi, in vari secoli. Quanto poi a persone importanti, non ricordate Giulietta Tolomei e Romeo Marescotti che (secondo quasi tutti gli studiosi) sono i veri protagonisti della commedia di Shakespeare? Eppure è un fatto che si è svolto proprio qui, tra Siena e la Rocca d’Orcia. La storia è piena di matrimoni d’amore di giovani senesi con gente più povera, più ricca o comunque non prevista dalla famiglia…”