“Quando misi piede a Montalcino per la prima volta ero prevenuto. Da buon piemontese mi chiedevo: possibile che questo Brunello possa fare concorrenza a Barolo e Barbaresco? Ovviamente mi dovetti presto ricredere…”. L’enologo che, accompagnato da un pizzico di scetticismo, arrivò nel 1977 a Montalcino era Ezio Rivella, chiamato dai Mariani, famiglia italo-americana che aveva deciso di fondare la Castello Banfi. Rivella non sapeva ancora che avrebbe svolto un ruolo determinante nella storia di questo vino. “Mi resi subito conto -
racconta Rivella, oggi presidente del Consorzio del Brunello - che c’erano le premesse per realizzare grandi cose, ma nessuno faceva niente. Era tutto abbandonato. Per conto dei Mariani comprai 3.000 ettari di terreno a 3,5 milioni di lire all’ettaro: una cifra che oggi fa sorridere. Ma allora il Brunello era solo una scommessa, o meglio una speranza…”.
dati a cura di 3BMeteo
14 dicembre 2024 19:30